Ibrahimovic come Garibaldi, o perlomeno così lui si autodefinisce riferendosi al fatto di aver vinto sia in Italia che in America. Lo svedese, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato anche del suo futuro.
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IBRAHIMOVIC COME GARIBALDI
Sulla MLS e il calcio americano in generale ne ha dette di tutti i colori, paragonandosi a una Ferrari tra le Fiat. Oltre che i suoi continui attacchi al collega Carlos Vela, attaccante dell’altra squadra della città degli angeli, colpevole soltanto di aver segnato più di lui. Dopo aver sminuito il soccer in tutte le maniere, ha deciso di lasciare l’America: “Ho appena concluso l’esperienza a Los Angeles. È stata fantastica, rimarrà indelebile nei miei ricordi. Avevo voglia di questa avventura. E ora siamo in due a essere eroi dei due mondi: io e Giuseppe Garibaldi“. Qualche giorno fa il suo post con la maglia del club svedese dell’Hammarby aveva fatto supporre un ritorno in patria.
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In realtà, Ibra Cadabra ha sorpreso tutto spiegando di aver acquistato quote del club, mossa che ha fatto infuriare i suoi concittadini di Malmö ma ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai milanisti che sperano in un suo ritorno. Proprio lo svedese ha aperto a un suo ritorno in rossonero: “Milano non è la mia seconda città, è la mia seconda casa. Ho dei ricordi meravigliosi e ci vive una delle persone in cui ho maggior fiducia. L’Italia stessa è la mia seconda casa. Amo gli italiani e la loro genialità. Il mio cuore non è mai andato via dal vostro paese“. Ibra è ancora indeciso sul suo futuro: il cuore dice MIlan, ma d’altra parte Mihajlovic lo chiama al Bologna: “Con Sinisa mi sento spesso. È un amico, una persona eccezionale, un uomo raro” . Ibra non si sbilancia sul suo futuro ma su una cosa è certo: “Posso giocare ad alti livelli fino a 50 anni”.
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