Era il 20 aprile 2005 quando l’Inter vinse 1-0 in casa della Juventus con gol di Julio Cruz. Tutti, però, ricordano, la testata di Ibrahimovic a Mihajlovic, che costò allo svedese 3 giornate di squalifica. I due all’inizio si odiavano, tanto che Zlatan era orientato a rifiutare la proposta dei nerazzurri proprio per la presenza di Sinisa. Eppure qualcosa è cambiato e adesso i due sono molto amici.
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Ibrahimovic Mihajlovic nemici amici
“Avanti amico e fratello – diceva Ibrahimovic a Verissimo qualche mese fa –. Siamo tutti contenti che sei tornato in panchina. Sapevo che eri il più forte di tutti. Ti aspettiamo in campo ma non crearmi troppe difficoltà quando giocherò contro la tua squadra”. Un legame così forte che lo svedese per poco non accettava di vestire la maglia del Bologna, prima di dire sì al Milan. Eppure in molti si ricordano ancora quella testata allo stadio Delle Alpi.
“Branca – racconta Sinisa in un’intervista di qualche tempo fa – andò da Zlatan e gli disse ‘Ti vuole l’Inter’, lui rispose ‘Non vengo perché c’è Mihajlovic’. Io ero il vice di Mancini e Branca venne a parlarmi: Zlatan non voleva venire per i nostri precedenti con la testata e io dissi che se si fosse comportato e allenato bene non ci sarebbero stati problemi. Poi siamo diventati grandi amici, abbiamo un ottimo rapporto“.
Mihajlovic a France Football raccontò anche: “A volte Ibra non si allenava bene e io gli dicevo di dare l’esempio. Ricordo che in un derby voleva uscire a tutti i costi a fine primo tempo per un problema fisico, ma io lo presi da parte e gli dissi: ‘Ma ca…, Ibra! Non sei italiano, sei slavo! Vieni dai Balcani, hai le palle, non puoi uscire così. Ora torni in campo e segni!’. Entrò nella ripresa, fece gol e giocò tutta la partita. Capitava che si infuriava se un suo compagno perdeva il pallone, perché per lui era tutto facile, ma per gli altri magari no. Poi ha cominciato a capire e a incoraggiare i compagni di squadra. È un giocatore sempre decisivo che ti fa vincere le partite e quindi va trattato in maniera diversa, sta all’allenatore sapere come prenderlo”. Ecco come nasce una delle amicizie più forti del nostro calcio.