Jorginho si è raccontato in una lunga intervista al Daily Mail, svelando anche i momenti più bui della sua carriera. Il 29enne è oggi una stella del Chelsea e una stella della Nazionale italiana, ma negli anni i problemi non sono mancati, tanto da aver pensato anche di lasciare il calcio. La madre, però, non l’ha permesso. Jorginho arriva in Italia a 16 anni per entrare a far parte del vivaio del Verona. Il club gli trova un posto in un monastero e il brasiliano si divide tra il calcio e la vita monastica: “C’era un posto per i monaci e un altro per noi delle giovanili. Eravamo in sei in una stanza, ci siamo stati per un anno e mezzo, e ci pagavano 20 euro a settimana. I monaci ci trattavano benissimo, erano sempre molto rispettosi. Si prendevano cura di noi e il cibo era eccellente. Dovevamo rientrare alle 23, ho bei ricordi di quel periodo”.
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Jorginho confessa: “Volevo lasciare il calcio, mia madre non l’ha permesso”
Un bel periodo, poi qualcosa cambia. Il centrocampista inizia ad allenarsi con la prima squadra e incontra un altro ragazzo brasiliano che faceva il portiere, Rafael Pinheiro. Dopo aver parlato con l’estremo difensore, Jorginho entra in crisi: “Quando mi hanno chiamato in prima squadra, ho conosciuto un altro giovane brasiliano, Rafael, che faceva il portiere. Mi ha chiesto cosa facessi, da quanto tempo ero lì e gli ho raccontato che vivevo con 20 euro a settimana. E lui mi ha detto che non era giusto che fossi così lontano dalla mia famiglia in quella situazione e con così pochi soldi”.
Jorginho temeva di essere stato sfruttato e deluso pensa di abbandonare tutto ma la madre, fortunatamente, riesce a farlo riflettere: “Per me, col calcio era finita. Ho chiamato mia madre dicendo che volevo tornare a casa e volevo smettere di giocare. Le ho detto ‘mamma, tu e papà mi avete sempre detto che la vita del calciatore è complicata e che avrei conosciuto gente cattiva di cui non mi posso fidare. Io sono un bravo ragazzo, non voglio vivere in questo mondo’. Ma lei mi ha detto ‘non torni a casa e se lo fai trovati un posto dove stare perché a casa mia non entri. Ne hai passate così tante e adesso vuoi smettere per i soldi? No. Ti stai allenando con la prima squadra e vuoi lasciare tutto? No’. Abbiamo parlato per un’ora, io piangevo ma alla fine ha detto di no. Quindi grazie mamma e grazie papà”.