Josè Mourinho è uno di quei personaggi del calcio che ha sempre lasciato il segno nei club in cui ha allenato. Chi dei suoi ex tifosi a Porto e a Londra, a Milano e a Madrid, può dire di non sentire la mancanza dello Special One? Lo stesso dicasi per i suoi giocatori. A tal proposito è emblematico il racconto fatto da un ex giocatore del Chelsea del giorno dell’addio di Mourinho ai Blues.
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Correva l’anno 2004, quando dopo aver portato il suo Porto sul tetto d’Europa, Josè Mourinho accettò la corte di Abramovich per accasarsi al Chelsea. Tre lunghi anni sulla panchina dei Blues, conditi da cinque trofei, tra cui due Premier League. Ma dopo appena due mesi dall’inizio della quarta stagione a Stamford Bridge, il divorzio: un inizio altalenante e uno striminzito pareggio 1-1 in Champions League contro il Rosenborg fecero decidere ad Abramovich di metter la parola fine al rapporto con Mou. Era il 20 Settembre 2007. Steven Sidwell, centrocampista arrivato quell’estate dal Reading, ha raccontato al The Athletic alcuni retroscena sul giorno dell’addio di Mourinho al Chelsea.
Il giorno dell’addio di Mourinho al Chelsea
“Il giorno in cui è andato via – racconta Sidwell – stavo portando mia moglie all’aeroporto e ho appreso la notizia per radio. Ho solo pensato ‘C****, se n’è andato. Cosa succederà?‘. E siamo stati tutti convocati per un incontro a Cobham (quartier generale del Chelsea ndr)”. Arrivato all’incontro il centrocampista inglese ha raccontato di aver assistito a scene sconcertanti: “È stato imbarazzante quando Josè è venuto a salutarci. Si poteva sentir cadere uno spillo. Sembrava quasi fosse morto qualcuno, soprattutto quando vedi personalità forti come Drogba, Lampard e Terry piangere sul pavimento… È stato davvero strano“. In effetti la scena sembra strana solo ad immaginarla, figurarsi a viverla in prima persona.