“Ho iniziato a bere tra i 13 e i 14 anni, quando sono andato al Botafogo di Ribeirao Preto”. Inizia così l’intervista di Cicero Joao de Cezare, in arte Cicinho. L’ex laterale tra le altre di Real Madrid e Roma, si è confessato al quotidiano “Estado de Sao Paulo”.
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Una carriera iniziata nei sobborghi di San Paolo, vicino alla sua Pradopolis, facendo tutta la trafila delle giovanili con il Botafogo, squadra con cui poi ha esordito nei professionisti. Poi Atletico Mineiro e San Paolo, l’esordio con la maglia della Nazionale, fino allo sbarco in Europa, direttamente nel Real Madrid dei Galacticos. Un anno e mezzo tra le fila delle merengues poi il passaggio alla Roma. Vari prestiti tra Spagna e Brasile, l’approdo in Turchia e infine il ritiro, con la maglia della Brasiliense. Una buona carriera in cui forse le aspettative hanno superato gli effettivi traguardi. Una carriera che però nascondeva un mostro che poco ha a che fare con il calcio: l’alcool.
“Bevevo 10 birre al giorno…”
“Mi hanno detto che la birra era buona e ho cominciato a berla. Tutto è iniziato con il primo drink e non mi sono più fermato fino ai 30 anni. Quasi 20 anni….Birra? Ne bevevo circa dieci al giorno perchè non aveva soldi, ma poi ho iniziato a bere di tutto. Ho fumato per 11 anni, dal 1999 al 2010. Fumavo solo quando bevevo, ma poichè bevevo sempre…”. Alla Roma gli anni più bui: “Sono sempre stato un innamorato del calcio. Quando Dio fa un regalo e non sappiamo come gestirlo, è perchè c’è qualcosa che non va. Non avevo più piacere ad entrare in campo, allenarmi e concentrarmi. Avevo 30 anni”. Poi la sua ancora di salvezza, l’incontro con la futura moglie Marry De Andrade, sposata poi con doppio rito, civile e religioso. Adesso che l’alcool è solo un terribile ricordo il brasiliano parla ai giovani del suo dramma cercando di tenerli lontani da quel mostro chiamato alcoolismo. Ha rifiutato anche di tornare a giocare: il Vila Nova Goias gli aveva offerto un contratto, ma Cicinho, alla soglia dei 40 anni, vuole mantenere il ricordo delle sue sgroppate galattiche.