La convivenza tra vicini è sempre complicata. Quando poi il vicino di casa è una star della Premier League un po’ esuberante basta poco per far finire qualsiasi discussione in un tribunale. È ciò che è capitato al centrocampista del Chelsea Ruben Loftus-Cheek, in perenne disaccordo con i soui vicini. Tutto è partito dalla costruzione di una pedana da esterno per poi terminare con accuse di razzismo.
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Tutto è cominciato quando nel 2017 il calciatore del Chelsea Ruben Loftus-Cheek ha deciso di costruire una pedana da esterni nella sua lussuosa villa da 2 milioni di euro nel Surrey. La costruzione della pedana, alta quasi due metri, ha subito sollevato le ire dei suoi vicini di casa, secondo cui la struttura avrebbe inevitabilmente compromesso la loro privacy. E c’è di più, perchè proprio sopra quella sorta di terrazzo il centrocampista ama rilassarsi ascoltando musica rap a tutto volume. Una cosa inaccettabile per i confinanti: “Siamo costretti ad urlare oltre il recinto per chiedergli di far abbassare il volume della musica, che ha spesso contenuti offensivi. Questo rumore è inaccettabile. Ti fa sentire come se fossi in un ghetto“. Ecco, quest’ultima frase non è proprio andata giù al classe ’96.
Loftus-Cheek vs i vicini: da una pedana al razzismo il passo è breve
I vicini hanno subito fatto causa al giocatore chiedendo lo smantellamento della pedana, dato che era stata oltretutto costruita senza alcun tipo di permesso. A quel punto Loftus-Cheek ha chiesto un permesso di costruzione retroattivo ma sia la richiesta che il successivo appello sono stati respinti. Ora dovrà forzatamente rimuovere la struttura. Secondo il giocatore dei Blues l’accanimento dei vicini nei suoi confronti avrebbe uno sfondo razzista: “La nostra musica è da ‘ghetto’ e non conforme al loro gusto chic del Surrey, questo è il problema. La trovo una cosa estrememente offensiva, ai limiti del razzismo“. O “borderline racism“, come lo stesso centrocampista ha affermato. Una questione delicata all’interno della solita disputa condominiale. C’è da dire che non è la prima volta che Loftus-Cheek ha dei problemi con i suoi confinanti: gli era già successo a Cobham e la lite riguardava sempre dei piani di ampliamento abusivi. E se sbagliare è umano, perseverare è diabloico. O è da Loftus-Cheek.