L’ex difensore Lucio attacca Conte definendolo non adatto allo stile nerazzurro. Poi ne ha anche per Marco Branca, responsabile del suo addio all’Inter nel 2012 e per la Juventus, che l’ha sedotto e abbandonato.
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Lucio attacca Conte e la Juventus
Tra gli eroi del triplete nerazzurro c’è anche lui, Lucimar Da Silva Ferreira, noto come Lucio. Fortemente voluto da Mourinho, il brasiliano, appesi gli scarpini al chiodo, vorrebbe ripercorrere le orme dello Special One: “Un modello come allenatore, come uomo e come amico – ha spiegato al posticipo.it. Mi piace il suo carattere. Ho imparato molte cose all’Inter insieme a José, ad esempio come gestire uno spogliatoio. Fare l’allenatore è difficile, bisogna lavorare con tanti giocatori forti e famosi che provengono da culture diverse: all’Inter c’erano brasiliani e argentini, Eto’o camerunense e Sneijder olandese. Mourinho ha fatto un grande lavoro: è stato lui l’artefice dei successi del 2010 e di quella Inter che ha vinto tutto”.
Ma se Mou è un esempio, con l’allenatore salentino il rapporto non è mai decollato: “Andare alla Juve fu un errore, Conte non avrebbe mai lasciato fuori uno di loro per mettere me, uno straniero. Lo considero un buon tecnico, sta facendo un buon lavoro anche se quando guardo le partite e lo vedo penso che non abbia la faccia e il Dna dell’Inter. Questa è una mia opinione ovviamente”. Lucio che fu costretto ad accettare la corte della Vecchia Signora: “Nell’estate 2012, Marco Branca mi chiamava ogni 15 minuti per dirmi che dovevo trovare un’altra squadra. Quando le pressioni dell’Inter si sono intensificate un giorno è arrivata la proposta della Juve: la prima volta dissi ‘no’. Quando mancavano cinque giorni alla chiusura del mercato mi ha chiamato Conte. Mi volevano perché Bonucci rischiava una squalifica di due anni per calcioscommesse. Il mio ex rappresentante mi consigliò di andarci visto che l’Inter mi voleva mandare via. Non avevo altre opzioni: la mia famiglia viveva in Italia e decisi di accettare. Nelle prime 2-3 settimane a Torino però ho capito che era stata una scelta sbagliata“.