Il difensore del Manchester United Harry Maguire è finito al centro di uno scandalo dopo l’arresto avvenuto in Grecia. Il calciatore è stato ritenuto colpevole di condotta violenta, tentata corruzione e insulti alla polizia di Mykonos. Ma alla BBC il centrale ha raccontato la sua verità che ribalta completamente la versione dei fatti.
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Maguire picchiato dalla polizia greca
Procediamo con ordine, partendo dalla ricostruzione del calciatore inglese che era in vacanza a Mykonos con la moglie, la sorella e due amici. “La mia sorellina è stata aggredita in un bar e drogata da due albanesi che le hanno chiesto da dove venisse, chi fosse. Aveva gli occhi all’indietro e stava perdendo conoscenza. Volevo portarla in ospedale ma due poliziotti in borghese ci hanno fermato, iniziando a picchiarci. Per prima cosa ho pensato a un rapimento, non che fossero poliziotti. Mi hanno colpito alle gambe dicendomi che non avrei mai più giocato a calcio. Sono andato nel panico ed ho avuto paura per la mia vita, provando a scappare. È stato orribile, non potevo crederci. La mia coscienza è pulita. Quando ne parlo mi agito, ma è perché mi sento ancora arrabbiato“.
Ovviamente la versione degli ufficiali greci è ben diversa e sostengono che Maguire abbia gridato: “Non sapete chi sono? Ho molti soldi, posso pagare per andar via”. Il legale del calciatore ha precisato che c’è stato un misunderstanding dovuto alla lingua e il ragazzo si riferiva alla cauzione. Maguire ha poi sottolineato: “Accuse ridicole. In ogni caso è stata un’esperienza che non auguro a nessuno, neppure al mio peggior nemico. Per me è stata la prima volta che entravo in prigione. Non voglio più vivere niente del genere”. Il calciatore è stato condannato a 21 mesi e 10 giorni di reclusione, sospesi con la condizionale per i prossimi tre anni ma lui promette battaglia in tribunale: “Andrò avanti per far emergere la verità, sono mentalmente abbastanza forte“.