Tensione alle stelle a Manchester. La casa del vicepresidente dello United, Ed Woodward, è stata assalita da alcuni tifosi. Il Manchester United non sta attraversando un periodo molto facile. La formazione di Ole Gunnar Solskjær non vince in Premier League da inizio gennaio e i tifosi, già da tempo, sono sul piede di guerra. Dopo la vittoria, all’Old Trafford, contro il Norwich i Red Devils hanno perso sia con il Liverpool che con il Burnley. Gli unici successi sono arrivati in FA Cup con il Wolverhampton e il Tranmere Rovers, ma queste vittorie non sono bastate a migliorare il clima tra tifosi e dirigenza. I sostenitori dello United chiedono, a gran voce, che Mr. Woodward lasci il club, ma queste richieste sono sempre rimaste inascoltate. Il vicepresidente, secondo i tifosi, non avrebbe a cuore i problemi della squadra ma solo gli interessi economici.
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Manchester United, casa del vicepresidente assalita dai tifosi
La situazione però, ora, è degenerata. Un gruppo di circa venti persone, incappucciate e a volto coperto, si è radunato infatti fuori dalla villa del dirigente inglese e, come riporta il Sun, ha cominciato a tirare razzi contro l’abitazione da due milioni di sterline. Alcuni hanno suonato anche al citofono e, siccome nessuno ha risposto, hanno spruzzato vernice rossa sui cancelli. Il tutto è stato ripreso dai cellulari dei presenti e il video è stato pubblicato in rete con il titolo “Ed Woodward sta per morire”. Il vicepresidente, la moglie e i loro gemelli di sei anni, probabilmente non erano a casa al momento dell’attacco. Il Manchester United ha immediatamente rilasciato un comunicato in cui condanna questa violenza e in cui dichiara che i colpevoli, una volta identificati, saranno banditi a vita.
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“Sappiamo che il mondo del calcio si unirà a noi mentre lavoriamo con la Greater Manchester Police per identificare gli autori di questo attacco ingiustificato. Chiunque sia ritenuto colpevole di un reato, o trovato a trasgredire la proprietà del vicepresidente, sarà bandito a vita dal club e potrebbe essere perseguito. I tifosi che esprimono un’opinione sono una cosa, il danno criminale e l’intenzione di mettere in pericolo la vita è un’altra. Semplicemente non ci sono scuse per questo”.
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