Dopo il Chelsea, il governo inglese prende di mira il Manchester City e, in particolare, il proprietario Mansour. Il legame di Roman Abramovich con Vladimir Putin, costantemente negato dal magnate russo, ha spinto il governo del paese oltremanica a sanzionare il 55enne e a congelare tutti i suoi bene in territorio britannico. Una situazione che ha spinto l’oligarca a mettere in vendita il club di Londra. Il parlamentare Chris Bryant era stato il primo a chiedere che venissero imposte delle sanzioni al miliardario russo e alla fine sono arrivate.
Tensioni tra Mansour e il governo inglese
Ora il governo ha spostato la sua attenzione sul Manchester City e, in particolare, sul proprietario Mansour bin Zayed Al Nahyan. Il 51enne, vice primo ministro del suo Paese, ha recentemente incontrato il presidente della Siria Bassar Al-Assad, durante il viaggio di quest’ultimo negli Emirati Arabi Uniti. Il primo viaggio di Al-Assad, alleato di Putin, nel Paese del Medio Oriente dall’inizio della guerra civile siriana 11 anni fa. L’incontro però, in Inghilterra, non è piaciuto affatto.
Il governo inglese accusa lo sceicco di “non contribuire alla pace”. Moltissime le critiche anche dal partito laburista che è all’opposizione. Il parlamentare Bryant, primo a parlare di Abramovich, ha chiesto se Mansour fosse una “persona adatta e adeguata” a possedere un club di Premier League.
Parlando al Telegraph, Bryant ha aggiunto: “Cos’è che le persone non capiscono? C’è una forma di omicidio barbaro e prolungato in corso in Siria, gestito da Assad. E ora Putin sta facendo esattamente lo stesso in una guerra barbara di aggressione contro l’innocente sovrana Ucraina”. Il primo ministro Boris Johnson, che nelle ultime settimane è stato coinvolto nelle questioni con il Chelsea, non si è ancora pronunciato. Visti i precedenti con il Chelsea, però, le tensioni tra Mansour e il governo inglese cominciano a preoccupare la società di Manchester ma anche i tifosi del City.
