I tifosi sono ancora banditi dagli stadi a causa dell’ormai purtroppo famosa pandemia da Coronavirus. Sono passati quasi otto mesi dalle ultime partite giocate con la presenza del pubblico sugli spalti e ci sono poche possibilità che i fan possano rientrare negli stadi e breve giro di posta. Un’assenza che fa male al calcio e ai suoi interpreti, ma che rischia di avere anche conseguenze future. È questo il pensiero dell’allenatore del Wolverhampton Nuno Espirito Santo, che ha affrontato la delicata questione.
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Sono ormai mesi che al pubblico non è consentito accedere negli stadi per effetto delle restrizioni causate dalla pandemia da Covid-19. Una condizione che purtroppo sta diventando sempre più un’abitudine, con i tifosi costretti loro malgrado a seguire le proprie squadre in televisione. Un’abitudine dei tifosi che, stando a quanto ipotizza il tecnico dei Wolves Nuno Espirito Santo, potrebbe avere delle conseguenze nel futuro del mondo del calcio. L’allenatore portoghese teme infatti che il calcio possa perdere una generazione di tifosi se ad essi continuerà ad essere negato l’accesso agli stadi (nonostante in estate il Premier inglese Johnson prometteva il ritorno dei fan ad Ottobre).
Nuno Espirito Santo e l’allarme tifosi
“Stiamo correndo un grosso rischio con tutto quello che sta accadendo. I tifosi sono la parte più importante del calcio. Spero che i nostri fan tornino con gli stessi numeri di prima, lo spero davvero. Non voglio immaginare nient’altro di diverso“, ha detto il tecnico portoghese come riportato dal Daily Mail. Poi lancia l’allarme: “A causa dell’impatto che ha avuto la pandemia, ci sono alcune generazioni che stanno entrando nel calcio in un formato diverso. Vedono le partite solo in tv e non hanno mai sentito l’atmosfera del calcio live. Se non conosceranno cosa si prova andando allo stadio, non so se ci andranno mai per una prima volta. Le persone si abitueranno a guardare la partita seduti sul divano…“.
Un calo anche nel numero di calciatori?
Nuno Espirito Santo ha poi continuato sul tema, non senza una nota polemica: “Trovo questi tempi molto confusi. Non ha molto senso. Perché alcune attività sono consentite e altre no? Perché alcuni paesi aprono parzialmente gli stadi e altri no? Queste sono decisioni politiche e sulle decisioni politiche, solo la storia giudicherà. Una cosa è certa: abbiamo bisogno che i nostri tifosi tornino negli stadi il prima possibile“. Nuno ha poi parlato anche di una possibile diminuzione anche nel numero di calciatori: “Questo momento avrà un effetto sullo sviluppo dei calciatori. I giocatori di 14 o 15 anni, se non possono esercitarsi quotidianamente potrebbero allontanarsi dal mondo del calcio. Forse tra cinque anni vedremo un calo del numero di calciatori a causa di questo specifico effetto della pandemia“. Il profeta portoghese avrà ragione?