Ve lo ricordate Karel Poborsky? Esterno ceco, con una breve parentesi italiana alla Lazio. L’ex calciatore è tornato a parlare dopo tanto tempo rivelando al The Guardian di aver rischiato la vita nel 2016. “Se fossi arrivato in ospedale un giorno più tardi, questa intervista non sarebbe mai uscita”. Il giocatore ha raccontato di essere stato in coma e di essere vivo per miracolo. Il motivo? Non ci crederete…
LEGGI ANCHE: L’Arsenal sfotte il Napoli in stile Gomorra, ma risponde Donna Patrizia
POBORSKY SHOCK
Doveva essere il successore di Pavel Nedved dopo il suo trasferimento alla Juventus. Ma nella Capitale Poborsky floppò miseramente e da tutti viene ricordato per quel 5 Maggio 2002, quando con una doppietta spense le speranze scudetto dell’Inter. Il ceco dovette lasciare Roma di nascosto dopo le minacce dei tifosi laziali che temevano che quella vittoria avrebbe potuto consegnare lo scudetto alla Roma (in realtà poi vinto dalla Juve). Una breve storia triste quella di Poborsky in Italia, ma mai quanto gli è accaduto tre anni fa.
LEGGI ANCHE: Montella: “CR7 vicino al Milan in passato” e il Cadice lo chiama: “Vinci qua”
“Mi hanno messo in coma indotto – ha spiegato Karel al tabloid inglese -. Dopo essermi svegliato, mi hanno chiesto quale fosse il mio nome. Tutti i miei muscoli facciali erano paralizzati, ho trascorso tre settimane in quarantena in ospedale sotto potenti antibiotici. Non potevo mangiare, dovevo tenere gli occhi coperti perché ero molto sensibile alla luce. Ero parecchio spaventato“. Il motivo? Non si sa per certo, ma pare sia stata una zecca che ha “convissuto” nella sua barba incolta trasmettendogli la malattia di Lyme, una patologia infettiva diffusa proprio dalle zecche che può portare a gravi complicanze cardiache e, in alcuni casi, anche alla morte. Poborsky se l’è vista brutta ma per fortuna adesso si è ristabilito del tutto. La malattia è ormai solo un brutto ricordo.
LEGGI ANCHE: Inghilterra, Hennessey assolto per il saluto nazista. Il motivo è incredibile