Nel mondo stretto dalla morsa del Coronavirus ci si prepara molto lentamente al ritorno del calcio giocato, anche se da più parti rimangono dubbi e perplessità. Se la Francia ha dichiarato chiusa la stagione, in Germania invece la Bundesliga si prepara a ripartire il 15 Maggio. Diverso il discorso in Italia, Spagna ed Inghilterra, dove non si è ancora arrivati ad una soluzione. Una cosa è certa, molte cose cambieranno. La Premier League ad esempio ha in mente un protocollo molto rigido.
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Niente sarà più come prima. O almeno ci vorrà molto tempo prima che le cose tornino alla piena normalità, nella vita come nel calcio. Mentre ci si prepara ad una lenta e ancora dubbia ripartenza dei campionati, le varie federazioni studiano dei protocolli da seguire per rendere minimi i rischi di diffusione del Coronavirus durante le partite. Se è scontato che i vari match verranno giocati a porte chiuse per parecchio tempo, ci sono molti altri aspetti che non vanno sottovalutati. La Federazione Inglese sta redigendo un protocollo ad hoc per garantire la sicurezza dei giocatori. Tra le varie norme ne spunta una che va ad intaccare l’essenza del calcio: la Premier League vieterà le esultanze.
La Premier League vieterà le esultanze
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Telegraph, la Federazione inglese ha in mente una serie di rigide regole che saranno applicate sicuramente per terminare questa stagione, ma che potrebbero essere prolungate almeno per un anno. Ai giocatori sarà proibito di esultare in gruppo dopo i goal e non solo: niente strette di mano, niente ‘cinque’, abbracci o pacche sulle spalle. I trasgressori saranno passibili di ammonizione. Oltre a questo sarà vietato tutto ciò che risulterà in contrasto con le varie norme sul distanziamento sociale. Quindi niente scambio di maglie al termine delle gare, vietato sputare o soffiarsi il naso, assolutamente proibito utilizzare la stessa borraccia per dissetarsi. Le regole sul distanziamento sociale verranno applicate anche alle panchine, con i giocatori che siederanno lontani gli uni dagli altri. Il calcio non sarà più lo stesso, almeno per un po’, ma questo è il prezzo minimo da pagare per il tanto agognato ritorno alle competizioni.