Marcus Rashford sempre più impegnato nel sociale. Dopo aver convinto per ben due volte il governo britannico a far retromarcia sulla questione dei pasti scolastici gratuiti, il 23enne del Manchester United si dedica ora anche alla cultura. Marcus lancia infatti il suo club del libro per incoraggiare i giovani a leggere. Collaborando con Macmillan Children’s Books, l’attaccante aiuterà a scegliere libri che, secondo lui, piaceranno ai giovani, assicurandosi che siano rappresentati bambini di ogni estrazione. I tomi appariranno nei negozi con il timbro del Marcus Rashford Book Club e lui li promuoverà sui suoi canali social. Il giocatore ha avuto un’infanzia non semplice e ha ammesso di aver iniziato a provare la gioia della lettura, non scolastica, solamente a 17 anni. Sua mamma Melanie lavorava giorno e notte per mettere il cibo in tavola e i libri erano in fondo alla lista delle priorità.
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Rashford lancia il suo Book Club, l’obiettivo: incentivare i giovani a leggere
Il giocatore, come racconta al Sun, ha quindi un obiettivo che è quello di far sì che tutti i bambini, anche coloro che non possono permetterselo, scoprano la lettura: “Non sapevo che fosse una cosa normale per qualcuno leggere una favola della buonanotte. È qualcosa che avevo visto solo nei film. Ma i film sono film, non realtà. Mia madre mi raccontava storie e mi faceva ridere, ma non abbiamo mai avuto libri da leggere insieme. Ho pensato ai libri come parte della scuola e basta. Ci sono stati momenti in cui l’evasione dalla lettura avrebbe potuto davvero aiutarmi. Voglio questa evasione per tutti i bambini. Non solo quelli che possono permetterselo“. Nasce così il Marcus Rashford Book Club che mira a far leggere i bambini più poveri ma anche ad avvicinare i giovani alla lettura.
Il giocatore ritiene infatti che i ragazzi siano troppo ossessionati dai social media e dovrebbero invece cercare di leggere anche dei libri: “Ho iniziato a leggere libri quando avevo 17 anni e ha cambiato completamente la mia visione e la mia mentalità. Penso che se avessi letto libri quando ero più giovane, mi avrebbe fatto crescere più velocemente. I libri possono aiutare i bambini a diventare ciò che vogliono diventare. A volte è importante per me semplicemente spegnere il telefono e lasciare quello che chiamo ‘quel mondo’ perché prevale così tanto. Le persone sono sempre sui loro telefoni. Ce l’ho con mio nipote, è sempre al telefono o gioca sempre. Cerco di assicurarmi che sia consapevole del fatto che può bastare anche un’ora al giorno, o mezz’ora. Se riuscissimo a leggere un po’ di più e utilizzare meno cose come telefoni e iPad, allora penso che aiuteremo molto i bambini”.