Gli scherzi all’interno degli spogliatoi della squadre di calcio in ogni categoria e in qualsiasi paese sono all’ordine del giorno, o quasi. Lo spirito cameratesco che vige nei club è spesso alla base di grandi vittorie e successi, o anche semplicemente di enormi risate. Particolari sono gli scherzi di benvenuto ai giocatori che approdano in nuove squadre. Come quello che i compagni fecero all’ex centrocampista russo ma ucraino di nascita Andrei Kanchelskis ai tempi del Manchester United con oggetto il boss dei boss, Sir Alex Ferguson.
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Era il Marzo del 1991 quando il Manchester United di Ferguson acquistò dallo Shakhtar Donetsk il gioiello 21enne russo Andrei Kanchelskis, che alcuni anni dopo sarebbe passato anche dalla Fiorentina. Il Nazionale dell’Unione Sovietica prima e della Russia poi restò ad Old Trafford per più di quattro anni, collezionando 168 presenze e ben 36 goal. Ma all’inizio della sua esperienza inglese, nemmeno Kanchelskis potè sfuggire a uno dei tipici scherzi che si fanno ai nuovi arrivati. I suoi compagni dello United ne inventarono uno ad hoc per il russo, coinvolgendo suo malgrado addirittura Sir Alex Ferguson.
Kanchelskis e il “saluto” a Ferguson
In un estratto dalla sua autobiografia in prossima uscita, l’ex Nazionale russo ha rivelato che appena arrivò al Manchester i suoi nuovi compagni di squadra architettarono uno scherzo sfruttando la sua scarsa conoscenza della lingua inglese. Uno scherzo “linguistico” dunque, che però coinvolse Ferguson. “Ogni volta che un calciatore straniero entra in uno spogliatoio – racconta nel libro – gli viene insegnato ad imprecare. Ho visto la stessa cosa con i giocatori brasiliani quando ho allenato in Russia. Mi hanno anche insegnato il modo più appropriato di rivolgermi a Ferguson“. Peccato che in realtà il saluto imparato dai compagni era tutt’altro che appropriato: “Una delle prime volte che mi sono imbattuto in Alex Ferguson mi chiese ‘Andrei, come va?’. Gli sorrisi e risposi ‘Vaffanculo, bastardo scozzese’. Ferguson si fermò di colpo e poi iniziò a sorridere quando sentì una risata echeggiare dal corridoio. Io rimasi lì sbalordito“. Uno scherzo veramente ben riuscito, c’è poco da obiettare…