Luis Suarez, oggi al Nacional, in un’intervista su Star+ ha ripercorso gli ultimi mesi al Barcellona. Il 23 settembre 2020, dopo ben sei stagioni in blaugrana, El Pistolero si è trasferito a titolo definitivo all’Atletico Madrid. L’uruguaiano, che con il tecnico Koeman era finito ai margini del club catalano, ha deciso di accettare l’offerta della società della capitale spagnola. Dopo aver collezionato 198 goal in 283 presenze, Suarez ha chiuso la sua esperienza con il Barça. Un periodo non semplice per lui, ma anche per Messi. L’argentino era profondamente colpito da quello che stava accadendo nel club in cui è cresciuto.
Suarez e l’ultimo periodo a Barcellona
Suarez torna a parlare di Barcellona e, anche questa volta, non manca qualche stilettata. Ancora oggi si chiede come mai le cose siano andate così: “In quel periodo ho visto Messi piangere come mai prima d’ora, siamo stati tutti colpiti profondamente da questa situazione, a livello personale sono rimasto devastato nel vedere cosa stava succedendo con il club in cui è cresciuto. Anche oggi mi chiedo perché le cose siano andate così, ma almeno ho avuto l’opportunità di partire ed essere felice all’Atletico”.
L’uruguaiano sottolinea che il club ha gestito le cose nel peggiore dei modi: “Mi sono sempre presentato all’allenamento con la massima serenità e pronto a lavorare, ma il Barcellona ha insistito per tenermi separato da Leo, lavorando da solo. Ho sofferto per la situazione che stavamo vivendo. Tornavo a casa a piangere ogni giorno, mi faceva male vedere come ci stavano trattando. Era come se tutto quello che stava succedendo fosse stata colpa nostra nonostante che dopo l’eliminazione in Champions League contro il Bayern Monaco, siamo stati tutti più uniti che mai, ma il club ha deciso di gestire le cose nel peggiore dei modi”.
Luis Suarez e la MSN
L’esperienza al Barcellona, però, ha regalato a Suarez due grandi amici, Messi e Neymar. La MSN è entrata subito in sintonia: “Quando sono arrivato al Barça ho immediatamente chiarito quali fossero i miei desideri. Ho detto a Leo che il mio unico obiettivo era vincere, non rubare la posizione a nessuno. Da quel momento Leo ha capito che gli stavo dicendo la verità e abbiamo stretto un legame di amicizia quasi fraterna sia con Leo che con Neymar”.