Virgil van Dijk, alla vigilia della finale di Carabao Cup contro il Chelsea, parla ai microfoni del Daily Mail e si racconta a tutto tondo. L’olandese torna in particolare sull’infortunio della scorsa stagione e racconta le difficoltà riscontrate al suo ritorno in campo. Il 30enne, durante il derby contro l’Everton e dopo uno scontro con il portiere avversario Pickford, si era rotto il legamento crociato anteriore destro. Sono passati ormai 17 mesi da quel giorno, il difensore è tornato in campo ma non è stato semplice.
Liverpool, Van Dijk e l’infortunio: “Temevo non sarei tornato al top”
L’olandese ha dovuto fare i conti con i dubbi che assalirebbero qualsiasi giocatore che subisce quel tipo di lesione. Una lesione che avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua carriera: “Ci sono dubbi nella tua testa sul fatto che tornerai lo stesso, è normale. Sei pieno di dolori, non puoi fare niente. La mia famiglia, in particolare mia moglie, è stata fondamentale per farmi superare questo problema, ma anche Andy Williams, il chirurgo, è stato importante. Nella pre-stagione con i ragazzi in Austria ho sentito il bisogno di risalire la scala fisicamente e mentalmente per arrivare dove voglio essere. L’obiettivo era quello di giocare la prima partita della stagione a prescindere. Prima della pre-stagione ho avuto dei dubbi. Se corri da solo e senti un po’ di rigidità, inizi a chiederti se sarà di nuovo normale”.
Non solo dubbi personali però. Van Dijk ha notato che, a ogni suo errore, analisti e commentatori televisivi sottolineano che non tornerà mai ad essere il difensore che era prima dell’infortunio. Commenti, che lo infastidiscono parecchio: “A volte mi sentivo un po’ dato per scontato, come se le persone si comportassero come se nulla fosse accaduto ed tutto era normale. Ho dovuto davvero staccare la spina e mettere in chiaro che tutto ciò che sta accadendo in questo momento è abbastanza buono e devo esserne orgoglioso. Non è proprio normale, dopo l’infortunio che ho avuto, poter già giocare quella quantità di partite e il livello che avevo già raggiunto, secondo me”.
Van Dijk insiste infine che se in alcune partite non gioca bene non è colpa dell’infortunio: “Nelle partite prima dell’intervallo, sentivo di aver giocato bene, ma mantenere quel livello costante e anche il livello che tutti si aspettavano da me era sempre come una pressione. Non che io sia insicuro e abbia bisogno di avere sempre conferme, per niente, ma avevo voglia di tornare da un infortunio e giocare la quantità di partite che ho giocato finora, giocare tre partite a settimana, è abbastanza buono e non dovrebbe essere trascurato. Ed è stato trascurato secondo me. Ho visto alcuni dei commenti sul gol di Griezmann e so che avrei potuto fare di meglio. In ogni partita, ci sono momenti in cui avresti potuto fare di meglio. L’infortunio non era il problema. Sono il mio critico più duro e saprò sempre quando faccio le cose bene e quando non faccio le cose bene”.