Dopo il fallimento della trattativa con Fabio Paratici, il club rossonero ha riaperto il dossier "direttore sportivo" e negli ultimi giorni un nome in particolare ha ripreso quota: Tony D’Amico. Il dirigente dell’Atalanta piace tanto a Giorgio Furlani, che vede in lui l’identikit perfetto per rilanciare la dimensione sportiva del club rossonero: competenza, discrezione e profonda conoscenza del calcio italiano.
"Sono voci incommentabili"
Dopo il il ko interno contro la Lazio (0-1), incalzato sulle voci che lo accostano al Milan, ai microfoni di SkySport D’Amico ha dichiarato: “Sono solo voci, non commento. Siamo concentrati su quello che è il nostro cammino e sui traguardi che vogliamo raggiungere con l’Atalanta”. Classe 1979, origini abruzzesi, D’Amico ha una carriera prima da scout, poi nella direzione sportiva all’Hellas Verona, con colpi di mercato diventati plusvalenze importanti: Rrahmani, Amrabat, Simeone, Barak. All’Atalanta ha preso l’eredità pesante di Giovanni Sartori e ha saputo portare continuità e visione.
Contratto fino al 2027, ma i rossoneri ci provano
A Bergamo lo stimano e lo blindano, forte di un contratto lungo e di una fiducia totale da parte della famiglia Percassi, ma a Milano il tempo stringe. Prima si definisce il direttore sportivo, poi si sceglie l’allenatore e si programma il mercato. Ecco perché, nonostante le sue dichiarazioni pubbliche, l’opzione D’Amico, al momento, potrebbe restare viva.
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