A soli 16 anni, otto mesi e due giorni, Simone Pafundi debuttava con la maglia della Nazionale nella sfida contro l'Albania, diventando il primo giocatore a esordire con l'Italia prima dei 17 anni in oltre un secolo.
Mancini il primo a credere in lui
Un talento straordinario, dotato di un mancino sopraffino, che fece innamorare Roberto Mancini, all'epoca CT degli Azzurri e il primo a scommettere su quel gioiello cristallino di proprietà dell'Udinese.
Tuttavia, in soli due anni, molte cose sono cambiate per il classe 2006. Non solo perché Mancini non guida più la Nazionale, ma anche perché la sua carriera ha incontrato alcune difficoltà. Prima il poco spazio a Udine poi il prestito, alla ricerca di continuità e di minuti in campo, in Svizzera, al Losanna. Una scelta, la Svizzera, che negli ultimi anni ha permesso a giocatori italiani di esplodere, come Dimarco e Calafiori. Non per Pafundi.
Cosa farà ora
L'esperienza in terra elvetica, però, non è stata all'altezza delle aspettative. In un anno ha collezionato 19 presenze, 16 delle quali nella scorsa stagione, mettendo a referto solo un gol e due assist. Numeri insufficienti per convincere il Losanna a riscattarlo dall'Udinese. Ora Pafundi si prepara a tornare a Udine, dove la società deciderà il suo futuro: concedergli una nuova opportunità o trovargli un'altra destinazione in prestito per garantirgli minuti e crescita. Del resto, il talento non manca, e a soli 18 anni il tempo è dalla sua parte per ritrovare la strada giusta e tornare a brillare.
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