Domenico Morfeo è stato un talento puro, capace di far sognare i tifosi con giocate che lasciavano il segno: colpi di tacco, invenzioni sotto porta e dribbling da capogiro.
Un mancino da capogiro
Chi ama il calcio fatto di estro e fantasia non può non ricordarlo. Tecnico, creativo e mai banale, Morfeo entusiasmava gli spettatori dello stadio e quelli della tv. La sua carriera, però, non è mai esplosa, segnata da alti e bassi, tra troppi infortuni e momenti in cui il carattere forte ha prevalso sul suo talento, una combinazione che spesso accompagna i giocatori geniali. Dopo aver incantato da giovanissimo con la maglia dell’Atalanta grazie a un mancino sopraffino, Morfeo ha calcato i campi di molte squadre italiane, dal Milan al Cagliari, dal Verona alla Fiorentina, passando anche per l’Inter, ma è stato a Parma che ha trovato la sua miglior condizione. Sotto la guida di Cesare Prandelli, nel ruolo di trequartista, ha mostrato il meglio di sé, firmando 16 gol in 101 presenze e diventando un punto di riferimento per gli emiliani. Ma cosa fa oggi Domenico Morfeo dopo l’addio al calcio nel 2011?
La sua nuova vita lontano dai riflettori
Trasferitosi stabilmente a Parma con la sua famiglia, ha lasciato il mondo del pallone per dedicarsi alla ristorazione e all'ospitalità. Nella città ducale infatti gestisce un ristorante, "Don Alfonso", e alcuni appartamenti ad uso turistico, il "Rooms Don Alfonso". Oggi, nel suo nuovo percorso professionale, è probabile che metta la stessa creatività che dimostrava in campo. Per chi ha amato il calcio e i suoi colpi di genio, Morfeo resta un’icona indimenticabile. La sua carriera, che con un pizzico di fortuna in più avrebbe potuto portarlo ancora più in alto, è stata comunque segnata da un talento unico.
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