Royston Drenthe – Abbiamo notato nelle scorse puntate di questa rubrica come le promesse mancate abbiano casa soprattutto in Italia. Non dimentichiamoci, però, che anche all’estero molti giocatori hanno finito per rendere meno di quanto ci si aspettasse da loro. Un caso eclatante per i tempi moderni è quello di Royston Drenthe, esterno mancino che finì a giocare per una delle squadre più importanti nella storia del pallone per poi perdersi sempre più, anno dopo anno, a causa della sua discontinuità.
CHE FINE HANNO FATTO, episodio 18: Royston Drenthe
Nato a Rotterdam nel 1987, Drenthe aveva il calcio nel sangue. Il ragazzo infatti è nipote dell’ex Juventus Edgar Davids e cugino del centrocampista del Liverpool Georginio Wijnaldum. E, come si dice, buon sangue non mente: Drenthe inizia a farsi un nome a livello giovanile giocando (bene) per il Feyenoord. Sarà proprio il club principe di Rotterdam (dopo un breve prestito all’Excelsior) che gli darà l’opportunità di esordire come professionista ad alto livello nel 2005, trattenendolo anche nonostante nuovi acquisti e permanenze nel suo ruolo. Drenthe sembra essere un calciatore molto talentuoso: mancino ben educato, grande velocità, può giocare sia da terzino che da ala (sporadicamente anche interno di centrocampo). Proprio la sua grande duttilità gli consente di non soffrire la concorrenza ma, soprattutto, di giocare bene con il club e la Nazionale. Negli Europei casalinghi del 2007, infatti, Drenthe vincerà il titolo con l’Olanda Under 21, venendo premiato anche come miglior calciatore della manifestazione. A quel punto, inevitabilmente, gli occhi delle big sono tutti per lui. E il ragazzo si guadagna addirittura la chance di giocare per il Real Madrid, che in quel periodo storico stava attuando una vera e propria rivoluzione Oranje (Van Nistelrooy, Sneijder, Huntelaar e Van Der Vaart capitarono al Santiago Bernabeu tutti nello stesso arco di tempo). L’intenzione sembra quasi quella di creare una nuova Arancia Meccanica, grazie a olandesi terribili e calcisticamente affamati. Drenthe viene pagato 14 milioni di euro, un investimento che in quegli anni non era da sottovalutare. Il suo periodo con la maglia del Real, però, sarà tutt’altro che felice.
I primi sentori di un periodo personale potenzialmente esaltante si ebbero tutti sin dalla prima gara: Royston Drenthe segna infatti il gol dell’1-1 nella Supercoppa contro il Siviglia, anche se i blancos finiscono per perdere 5-3. Nelle tre stagioni vissute al Real Madrid l’olandese vince anche due titoli, ovvero campionato nel 2007-2008 e Supercoppa nel 2008. Il problema è che, sia per questioni di concorrenza che per un carattere sempre palesatosi come un po’ problematico, Drenthe finisce per perdere sempre più spazio al Real, scavalcato definitivamente da Marcelo come terzino mancino e sostituito spesso da altri colleghi in differenti ruoli. Nell’ultima stagione, difatti, in Liga l’esterno scende in campo soltanto 8 volte, per lo più per spezzoni di gara. Sembra evidente, dunque, che Drenthe non possa restare un galactico fino alla fine della carriera. In verità, il salto è parecchio clamoroso: dal Real Madrid, infatti, nella stagione 2010-2011 si ritrova a giocare in prestito nell’Hercules Alicante, squadra neopromossa nella massima serie. Drenthe gioca quasi sempre titolare (e quando non gioca è perché si trova ai box) ma la compagine è incredibilmente poco attrezzata per la Liga e finisce per retrocedere con 35 punti e il penultimo posto. Quella con la Cenerentola del campionato sarà l’ultima stagione in Spagna per il ragazzo, che successivamente inizierà a girovagare annoverando esperienze calcistiche ai limiti dello sconosciuto.
Dopo un altro prestito decisamente non esaltante all’Everton, Drenthe si ritrova a giocare (dopo la rescissione con il Real Madrid) nell’Alanija Vladikavkaz, compagine russa di bassa classifica e con problemi finanziari. In seguito torna in Inghilterra prima al Reading e poi allo Sheffield Wednesday. Nel 2015, invece, cambierà addirittura due squadre: prima l’Erciyesspor in Turchia e poi, addirittura, il Baniyas negli Emirati Arabi Uniti. Demoralizzato e ormai capacitivo del fatto di non essere più materiale da top club, Drenthe finisce per ritirarsi nel 2016. Durante questo periodo arriva addirittura a tentare una carriera da rapper, con il nome d’arte di Roya2Faces. Dopo più di un anno, però, ci ripensa e attualmente vesta la maglia di un’altra squadra di Rotterdam, lo Sparta. Tornato nella stessa città in cui tutto era iniziato ma con uno status decisamente diverso: Royston Drenthe sognava di restare galactico e invece ha volato meno di quanto si aspettasse.