La rivoluzione della Champions League sembra aver conquistato pubblico e broadcaster. Nonostante qualche nostalgico della vecchia formula e chi ancora rimpiange la Superlega, i numeri parlano chiaro: la nuova Champions sta offrendo spettacolo, gol ed equilibrio come mai prima d’ora. I dati certificano il successo di un format che, con più squadre e più partite, ha acceso la competizione e aumentato gli introiti. Ma cosa sta funzionando davvero?
I numeri da capogiro
Con una media di 3,26 gol a partita, questa edizione della Champions League ha registrato il miglior dato realizzativo da quando il torneo esiste. Per fare un confronto, nella stagione 2019-20 la media era di 3,24, mentre nel 2005-06, l’anno meno prolifico, si scendeva a 2,28. L’aumento delle squadre e delle partite non ha tolto competitività, anzi: il 24% dei gol è arrivato nell’ultimo quarto d’ora, segno di un equilibrio che rende ogni match incerto fino alla fine. Il secondo tempo, inoltre, si conferma il momento in cui si segna di più (56% dei gol totali).
Anche il tifo non sta deludendo: finora si sono registrati 6,7 milioni di spettatori negli stadi, con una media di 42.000 a partita. Numeri che superano quelli dello scorso anno (6,5 milioni) e che consolidano il trend positivo. Tra i club più seguiti in casa, spiccano Borussia Dortmund (405.000 spettatori totali) e Bayern Monaco (375.000). Tra le italiane, il Milan guida la classifica con 292.000 presenze, seguito dall’Inter con 266.000 (ma con una partita in meno a San Siro).
L’introduzione della classifica unica ha reso la competizione più imprevedibile. Mentre in passato, a due giornate dalla fine, la maggior parte delle squadre sapeva già il proprio destino, quest’anno all’ultimo turno ben 29 formazioni su 36 erano ancora in lotta per la qualificazione o per una posizione migliore. Il format, che prevede una classifica generale invece dei tradizionali gironi, ha eliminato la prevedibilità delle passate edizioni e ha reso ogni punto pesante: basti pensare che nella fase a gironi si sono verificati solo 22 pareggi (14% del totale), dimostrando che le squadre puntano alla vittoria più che mai.
L’aumento delle partite e del coinvolgimento del pubblico si traduce anche in un incremento economico. La Champions, insieme a Europa e Conference League, vale oggi 4,4 miliardi di euro all’anno. Tolti i costi e la quota per l’UEFA, ai club restano circa 3,8 miliardi, con un incremento dei premi distribuiti. A luglio partirà la vendita dei diritti per il ciclo 2027-30, e le aspettative sono alte: l’obiettivo è superare i ricavi attuali e aumentare ulteriormente la competitività tra le squadre europee.
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