Sono state due settimane di ansia e paura, in cui si sono fatte largo anche le ipotesi peggiori. Emil Roback, attaccante classe 2003 di proprietà del Milan ed in prestito al Norrkoping, si era infatti reso irreperibile per ben 14 giorni, ed i dirigenti del club svedese lo avevano addirittura dato per disperso. "Non riceviamo notizie da 14 giorni, vogliamo solo sapere se sta bene”, aveva dichiarato il ds Martinsson.
Poche ore dopo la pubblicazione dell'intervista del suo direttore sportivo, il giovane attaccante si è presentato al centro sportivo del club, dove ha avuto un confronto con staff e dirigenza e ha spiegato il motivo dietro la sua "scomparsa".
Roback si fa vivo e torna a parlare
Il Norrkoping ha dato la notizia del rientro del giocatore attraverso i propri canali social: "Emil si è finalmente riavvicinato al club, tuttavia sta attraversando un brutto periodo della sua vita. Nonostante ciò, il giocatore ha annunciato il ritorno in campo e il Norrkoping gli augura buona fortuna!". A breve giro di posta è stato lo stesso Roback a spiegare ai media i motivi che lo hanno spinto ad allontanarsi e rendersi irreperibile a tutti.
"Ultimamente non mi sento bene", ha raccontato un’intervista rilasciata a Sportbladet. "Anzi, sto molto male. Non volevo uscire né vedere persone, soltanto i miei parenti. Percepivo di non avere la testa al posto giusto, così mi sono chiuso in me stesso. Probabilmente non era la cosa giusta da fare, ma è andata così. Depressione? Credo si tratti di quello, però non l’avevo mai sperimentato prima".
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