Le confessioni di Coco: "Un grande allenatore mi disse che si sarebbe tagliato un testicolo se fossi diventato professionista"

L'ex terzino di Milan e nazionale Francesco Coco ha rilasciato una lunga e divertente intervista svelando molti retroscena sulla sua carriera dentro...e fuori dal campo
gossip17/11/2023 • 14:19
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Rafael Leão
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Serie A
Stagione 2024/2025

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Ad appena 18 anni ha fatto l'esordio in Serie A con la maglia del Milan, sostituto naturale di un'icona come Paolo Maldini. Poi il Barcellona, l'Inter, la Nazionale e i Mondiali in Corea e Giappone e tante, tantissime avventure fuori dal campo di gioco che lo portavano ad essere spesso sulle copertine delle riviste di gossip. Francesco Coco ora ha 46 anni, e la sua vita è lontana dal mondo del calcio, ma di storie da raccontare ne ha a bizzeffe. L'ex terzino sinistro he rivelato qualche retroscena della sua carriera in una lunga intervista rilasciata in Francia, a So Foot.

Gli inizi al Milan col "Sergente" Capello

Coco ha iniziato ritornando sui suoi esordi al Milan: "Ricordo il primo allenamento, avevo 15 anni e Capello era uno duro. Alla partitella entro duro in scivolata sull'attaccante, Papin, ma prendo il pallone. Il mister mi urla 'Che c... fai?' E mi manda in spogliatoio. Ero sempre il più pulito all'epoca, perché non finivo mai gli allenamenti...". Un rapporto, quello con l'allenatore di Pieris, non proprio rose e fiori: "Un giorno mi disse 'Se diventi calciatore professionista mi taglio un testicolo'. Ma un anno dopo fu lui a farmi esordire. E non si è tagliato il testicolo”.

 

Poi al Milan arrivò Terim, e in quel momento cambiò tutto, con Coco che decise di trasferirsi al Barcellona appena 22enne: "Andarmene fu il più grosso errore della mia vita”, ammette l'ex terzino. La cui vita calcistica non era proprio da professionista serio, come ammette lui stesso. Emblematico il racconto della serata precedente la storica vittoria per 2-0 proprio contro i catalani nel 2000: "Avevo fatto festa fino alle 7 di mattina. Tornai a casa solo per lavarmi i denti e prendere i vestiti. E di momenti del genere ne ho vissuti molti altri. Andavo in campo e mi dicevo che era il momento di divertirsi, ma non ho mai mancato di rispetto e professionalità”. 

 

Un pensiero anche al famoso Mondiale 2002 in Corea e Giappone, passato alla storia per la disastrosa direzione di gara di Byron Moreno nell'ottavo di finale contro i padroni di casa: "Una situazione ridicola. Peccato perché con quella Nazionale sapevamo di poter andare fino in fondo, e penso fosse anche più forte di quella del 2006".

Ritorno a Milano e l'amore a Parigi

Dopo un anno in Catalogna, Coco fece ritorno a Milano, ma sulla sponda nerazzurra della città: "Ancelotti mi chiese di tornare al Milan ma gli risposi solo se Galliani fosse venuto a chiedermelo in ginocchio. Cosa che non fece. Così andai all'Inter, ma al primo errore i tifosi mi urlavano 'Milanista di m...”. Poi, quando la sua carriera stava per terminare, il trasferimento a Parigi, stavolta per amore: “Bellissimo. Avevo un appartamento nel Marais, mi spostavo in metro e a piedi, nessuno mi rompeva le scatole, facevo ciò che volevo”. 

Coco e la discoteca

L'ex terzino aveva uno stile piuttosto fuori dagli schemi per il periodo: "Sono sempre stato un eccentrico, avevo i capelli lunghi e questo non piaceva nell'ambiente. Un giorno, pure Berlusconi mi ha tagliato la frangia”. Infine quella folle idea di costruire una discoteca: "Mia madre voleva uccidermi, mi diede dell'imbecille. Ci ho perso un sacco di soldi, ma ricordo di una festa grandiosa: cominciammo alle tre del pomeriggio e finimmo alle sei del mattino. Ma a qualcuno che volesse aprire una discoteca, consiglierei di non farlo”. 

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Tags :Milan

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