Non dev'essere affatto semplice avere appena vent'anni ed essere già considerati la nuova stella del calcio inglese e mondiale. Lo sa bene Wayne Rooney, che da giovanissimo si è subito ritrovato un notevole carico di pressioni e aspettative tutto sulle proprie spalle.
Una situazione difficile da gestire, soprattutto a quell'età, e che ha spinto l'ex attaccante di Everton e Manchester United ad aggrapparsi alla bottiglia. Ne ha parlato a cuore aperto al podcast di Rob Burrow, ex campione di rugby colpito da una patologia motoneuronale.
Rooney, quando la pressione ti presenta il conto
Il racconto dell'ex nazionale inglese è schietto e quasi liberatorio: "Avevo poco più di 20 anni, tornavo a casa e ci restavo due giorni senza uscire. Bevevo quasi fino a svenire. L'alcol era la mia liberazione. Non volevo stare con la gente, perché a volte mi sentivo in imbarazzo", ha spiegato Wazza.
Le parole di Rooney suonano come un avvertimento ai più giovani: "A volte mi sentivo come se avessi deluso le persone e alla fine non sapevo in quale altro modo affrontare questa situazione. Quando non accetti l'aiuto e la guida degli altri, puoi davvero cadere in basso e mi è successo per molti anni. Per fortuna, ora non ho paura di parlare di questi problemi".