Sono passati appena 15 giorni dalle dimissioni shock di Roberto Mancini da commissario tecnico della nazionale italiana, ed è già ufficiale il suo nuovo incarico da selezionatore dell'Arabia Saudita. 3 anni e mezzo di contratto per un ingaggio totale che potrebbe arrivare a toccare quota 90 milioni di euro. Tra poco la presentazione, ma nel frattempo arrivano le prime grane per il tecnico di Jesi, e riguardano il suo staff. Non tutti i suoi fedelissimi sono infatti convinti del trasferimento in Arabia, e avrebbero declinato l'offerta. Il motivo? Come sempre c'entrano i soldi...
Mancini-Arabia, c'è la grana staff
Come scrive la Gazzetta dello Sport, al momento i membri dello staff che seguiranno sicuramente Mancini nella sua nuova avventura sono Fausto Salsano e Attilio Lombardo, suoi assistenti tecnici, il preparatore dei portieri Massimo Battara, i preparatori atletici Claudio Donatelli e Andrea Scanavino e l'assistente tecnico Antonio Gagliardi. In aggiunta a questi, anche il match-analyst Simone Contran.
C'è chi dice no
Alcuni storici collaboratori dell'ex ct azzurro pare invece abbiano deciso di non far parte della nuova avventura. Si tratta di Alberico Evani (secondo del Mancio con l'Italia) e degli osservatori Mauro Sandreani e Giulio Nuciari. Anche la posizione di Lele Oriali è in bilico.
Ma da cosa è scaturito il ripensamento di alcuni storici membri dello staff manciniano? Un peso lo ha sicuramente avuto, scrive la Rosea, il fatto che gli ingaggi dello staff sarebbero stati al netto solo se loro fossero diventati “fiscalmente sauditi”, vivendo almeno 183 giorni all’anno nel Paese. Tornando in Italia la cifra netta invece si dimezzerebbe.