Italiani popolo di santi, poeti e numeri 10. O perlomeno lo eravamo una volta, quando la maglia del fantasista azzurro era contesa da Baggio, Del Piero e Totti. Il Divin Codino fu addirittura scartato da Trapattoni nel 2002 mentre incantava a Brescia. Negli ultimi anni, però, quel numero ha subito un lento e inesorabile declino. Tutto è iniziato quando nel 2016 Conte lo affidò a Thiago Motta sollevando l'indignazione nazional popolare. L'attuale tecnico della Juventus non era di certo Totti, ma tutto sommato quel numero lo meritava.
Sicuramente più di Lorenzo Pellegrini, che da due anni appare lontano parente del giocatore apprezzato con Fonseca e col primo Mourinho alla Roma.
Dopo aver sollevato la Conference League nel 2022, in quella che finora è stata la sua migliore stagione della carriera, Lollo da Trastevere sembra aver smarrito il suo talento, come i campioni dell'NBA in Space Jam. Il motivo pare più che altro mentale: da quando è uscita la storia del bigliettino al vetriolo dello Special One, Pellegrini è stato preso di mira dai tifosi giallorossi che non gli perdonano più niente. Anzi, automaticamente diventa il capro espiatorio di tutto, anche quando non c'entra niente (vedi l'esonero del suo amico e mentore De Rossi).
Essere romani e romanisti a Roma è quasi una colpa. Lorenzo si ritrova un popolo, il suo popolo contro ed è palese che ha perso la serenità. Lo dimostra l'entrataccia a centrocampo su Theate in Italia Belgio che gli è costato un rosso diretto, costringendo gli Azzurri a giocare in 10 per un tempo. In questo momento storico Pellegrini non merita la 10 della Nazionale e probabilmente non gli fa neanche bene indossare una maglia così pesante. Possibile che Spalletti non se ne renda conto? Verranno sicuramente tempi migliori per lui, cui qualità non sono certamente in discussione, ma forse allontanarsi da casa e dalla Nazionale potrebbe rappresentare la sua panacea.