AMARCORD | 8 marzo 2005, Chelsea-Barcellona 4-2: la danza di Ronaldinho non basta, passa Mou

I Blues rimontano i blaugrana nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League: allo Stamford Bridge va in scena una partita leggendaria fra due corazzate del calcio europeo
rubriche09/04/2025 • 11:04
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chelsea-barcellona

Il calcio è decisamente lo sport più bello del mondo, e questa è proprio una di quelle partite che ce lo dimostra appieno e non smette di ricordarcelo. D’altronde la Champions League è la regina di queste notti magiche del calcio europeo in un mercoledì sera qualunque quando nessuno se lo aspetta.

 

Stavolta però i presupposti ci sono tutti: di fronte allo Stamford Bridge di Londra ci sono infatti Chelsea e Barcellona, due delle principali corazzate dell’epoca. Da una parte José Mourinho, fresco vincitore della Champions League proprio con il Porto l’anno prima e futuro vincitore della Premier League con i Blues; dall’altra invece Frank Rijkard, che ha per le mani una delle squadre più forti di sempre e che di fatti nella stagione successiva vincerà proprio la coppa dalle grandi orecchie.

 

La gara d’andata degli ottavi di finale al Camp Nou è finita 2-1 per i padroni di casa, pertanto gli inglesi hanno un solo obiettivo: vincere. Per accedere ai quarti il Chelsea deve fare 2 gol in più del proprio avversario, oppure imporsi con un semplice 1-0. Il Barça dal canto suo invece, può accontentarsi di un pareggio in trasferta.

 

I campioni fra gli spagnoli ci sono tutti: Ronaldinho, futuro Pallone d’Oro, guida la troupe. Poi Eto’o, Puyol, Xavi e Deco, oltre ad un giovane Iniesta che sta già diventando l’Illusionista. Dall’altra parte manca solo uno, ma è la stella più luminosa: Didier Drogba. In compenso sono in campo Terry, Cech, Carvalho, Joe Cole, Lampard, Makelele e Gudjohnsen.

 

Chelsea-Barcellona 4-2, il racconto del match

La partita è fin da subito calda, il Barcellona cerca di fare possesso ma l’aggressività del Chelsea è impressionante. Lo stadio è una bolgia, i cori per i propri beniamini sono quasi assordanti.

 

Di fatti, dopo appena 8 minuti gli inglesi passano in vantaggio: passaggio in profondità per Lampard sulla destra che supera in velocità il difensore, vede in mezzo all’area Gudjohnsen e lo serve tempestivamente, l’attaccante controlla e in scivolata batte Victor Valdes che non fa in tempo ad uscire. Esplode lo Stamford Bridge!

 

I contrasti in mezzo al campo sono durissimi, c’è grande agonismo fin dai primi minuti. Grande occasione per Lampard in girata sul colpo di testa di Terry, ma la sua conclusione cadendo finisce alta. Il Barcellona fatica a trovare varchi e non riesce mai a calciare dalle parti di Cech, mentre invece il Chelsea in ripartenza fa sempre malissimo. Al 17’ infatti arriva il raddoppio con Lampard in inserimento: grande giocata di Joe Cole sulla destra, che si accentra e il suo tiro col sinistro viene deviato, ma sulla respinta il più lesto ad arrivarci è proprio il numero 8, che da due passi deposita in rete con Valdes atterra.

 

Il Barcellona praticamente non c’è e di fatti un minuto dopo incassa addirittura il terzo gol: filtrante per Duff, che tutto solo batte il portiere con un sinistro freddo e preciso. È 3-0 per il Chelsea dopo neanche 20 minuti! Una partenza incredibile che nessuno poteva aspettarsi, i Blues hanno un piede ai quarti di finale dopo neanche metà primo tempo.

 

Ma attenzione perché il Barça non muore mai! La prima parata di Cech arriva al 22’ sul bel tiro di Eto’o, ma il ceco allunga in angolo. Ronaldinho si vede solo al 26’, ma è subito decisivo nonostante non sembri essere in gran serata. Fallo di mano di Ferreira e Collina fischia subito il calcio di rigore: il brasiliano si presenta sul dischetto e come se fosse la cosa più semplice al mondo la mette all’angolino, accorciando le distanze sul 3-1. Ora al Barcellona basta un solo gol per passare il turno.

 

Pian piano gli ospiti prendono coraggio e al 38’ si vede un qualcosa che non si vedrà mai più su un campo da calcio. Iniesta lascia palla a Ronaldinho al limite dell’area ma lui ferma tutto, sceglie di non chiudere l’uno-due e di farsi attaccare dall’avversario. Carvalho lo fronteggia nello stretto, gli chiude lo spazio cercando di stringere le gambe perché giustamente teme il tunnel. E il brasiliano che fa? Balla! Ronaldinho danza letteralmente sul pallone, senza però mai toccarlo; ondeggia, finta, fa andare in confusione tutto e tutti come se stesse ballando la sua Samba. E poi improvvisamente pum, colpo di punta da futsal e palla all’angolino ad una velocità supersonica. Cech rimane immobile, Mourinho pure. Il Dio del calcio sta giocando a Stamford Bridge quella notte.

 

Finisce così il primo tempo, con un palo clamoroso di Cole: 3-2 Chelsea, ma punteggio che premia il Barcellona. Gli inglesi hanno bisogno di almeno un altro gol per passare il turno.

 

Nella seconda frazione cresce ancora di più l’agonismo, ma anche la stanchezza. Le due squadre cominciano a sbagliare di più e a rendersi pericolose più che altro da calcio piazzato, come ad esempio Lampard con il colpo di testa ben bloccato da Valdes. I blaugrana rispondono prima con il gran destro dalla distanza di Belletti, poi con il colpo di testa di Puyol.

 

Continuano a fioccare le situazioni pericolose, ma il gol decisivo del Chelsea arriva solo al 76’. Non poteva che segnarlo lui, capitan John Terry: colpo di testa magistrale su calcio d’angolo, palla che si infila proprio sul secondo palo. È 4-2 Chelsea. Il Barcellona cerca di reagire coi suoi campioni, centra un palo con Iniesta ed è pericoloso con Eto’o ma nulla da fare. Gli inglesi reggono con ruvidità fino alla fine e la portano a casa: Mou ai quarti, Rijkard eliminato.

 

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Matteo Zinani
Tags :BARCELLONACHAMPIONS LEAGUECHELSEA

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