Nasser Al-Khelaifi lancia una proposta per il futuro della Champions League. Il presidente del Paris Saint-Germain pensa che la competizione europea abbia bisogno di una cerimonia di apertura in stile Super Bowl. Secondo il dirigente sportivo, infatti, è inaccettabile che la finale del campionato della National Football League sembra più grande della Champions League.
Al-Khelaifi: “Champions League in stile Super Bowl”
Il 48enne, che al momento è il presidente della European Club Association, anche quest’anno non vedrà la sua squadra sul tetto d’Europa. L’uomo d’affari del Qatar pensa quindi alla Champions del futuro e crede che ci debba essere una cerimonia di apertura simile allo spettacolo dell’intervallo del Super Bowl. Un mix tra calcio e spettacolo in modo che ogni partita venga vissuta come un grande evento. Al-Khelaifi, come ha spiegato a The Athletic, è preoccupato che la finale americana di NFL sia più grande del fiore all’occhiello dell’Europa.
Bisogna ispirarsi alla mentalità statunitense: “La finale dovrebbe essere più grande. Non riesco a capire come il Super Bowl possa sembrare più grande della finale di Champions League. Il Super Bowl, e gli Stati Uniti in generale, hanno questa mentalità, creatività e intrattenimento. Questo è quello che ho suggerito, fare una cerimonia di apertura della Champions League, fare una partita nella serata di apertura in cui i vincitori affrontano una grande squadra, forse non è una buona idea, ma almeno sfidiamo lo status quo. Ogni partita deve essere un evento e un intrattenimento”.
Una cerimonia d’apertura per aumentare la spettacolarità attorno alla competizione europea, questa l’idea di Al-Khelaifi. Una Champions, che potrebbe diventare sempre più a stelle e strisce. Secondo quanto riferito, la UEFA starebbe anche valutando di trasferire la più grande partita del calcio europeo al di fuori del continente. Il MetLife Stadium nel New Jersey, sede dei New York Giants e dei New York Jets, è stato indicato come possibile sede. L’obiettivo sarebbe quello di estendere gli interessi commerciali globali e mantenere gli accordi di sponsorizzazione esistenti. Il trasferimento negli USA darebbe inoltre inizio a una guerra tra le emittenti statunitensi per i diritti televisivi.