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Tunisia-Mali, capo dei fischietti della Coppa d’Africa spiega cos’è successo: “L’arbitro è finito in ospedale”

calcio13/01/2022 • 13:50
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L’arbitro che ha diretto Tunisia-Mali è finito in ospedale per un colpo di sole. Essam Abdel-Fatah, capo dei fischietti della Coppa d’Africa, giustifica così quanto successo durante il match d’esordio del Gruppo F. L’arbitro designato per la gara, il 42enne dello Zambia Janny Sikazwe, ha fischiato la fine del match con ben 5 minuti d’anticipo, all’85’. I suoi collaboratori, però, gli fanno notare l’errore e la partita quindi prosegue. 

Tunisia-Mali, capo dei fischietti della Coppa d’Africa: “L’arbitro è finito in ospedale”

Ma al minuto 89:43, Sikazwe mette fine definitivamente alla sfida senza concedere alcun recupero. Scoppia il caos, tra l’indignazione generale soprattutto dei tunisini, che stavano perdendo 1-0. Il CT Mondher Kebaier afferra addirittura  furiosamente il braccio dell’arbitro indicando il suo orologio. La sicurezza, a quel punto, ha dovuto scortare l’arbitro fino agli spogliatoi per proteggerlo dallo staff della Tunisia. 

Sikazwe

A quanto pare, però, la fretta dell’arbitro era giustificata, almeno secondo Essam Abdel-Fatah, capo dei fischietti della Coppa d’Africa. Sikazwe, spiega l’uomo, ha subito un colpo di calore durante la partita, che gli avrebbe fatto perdere la concentrazione. E, proprio per questo motivo, avrebbe fischiato con qualche minuto di anticipo.

Come ha chiarito Abdel-Fatah, il 42enne stava male ed è stato portato in ospedale, per sottoporsi ad accertamenti. Questo, come riporta As, spiegherebbe la sua fretta di chiudere il match ma anche la sua assenza nei momenti in cui si discuteva sull’impossibilità di far finire una partita 5 minuti prima del previsto.

Questa giustificazione non calmerà sicuramente la Tunisia, che sperava di pareggiare o ribaltare il risultato negli ultimi minuti di gara. Sikazwe è alla sua sesta Coppa d’Africa ma ha anche diretto le partite della Coppa del Mondo 2018 e della Coppa d’Arabia 2021. Molti, però, ricordano il suo nome perché è associato a uno scandalo di corruzione del 2018. Scandalo, che gli è costato la sospensione dal CAF, prima di essere assolto nel 2019.

Alessandra Cangialosi

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