Protagonista in campo con la tripletta al Watford nel clamoroso 8 a 0 di sabato, ma anche fuori. Bernardo Silva è stato riempito di critiche per un suo post ironico rivolto al suo collega Mendy postato su Twitter che in molti hanno ritenuto offensivo e razzista. Il giocatore ha subito eliminato il tweet, ma non abbastanza velocemente per evitare che facesse il giro del web. E adesso rischia anche una squalifica.
LEGGI ANCHE – Icardi frecciatina all’Inter: “Dopo 7 anni in nerazzurro, ora voglio vincere”
BERNARDO SILVA E IL TWEET DELLA DISCORDIA
In Italia si sta parlando in queste ore dei fischi razzisti subiti da Dalbert in occasione di Atalanta Fiorentina. Koulibaly si è subito schierato dalla parte del collega brasiliano con un post sui social: “Lo abbiamo capito da bambini a Saint-Diè (luogo di nascita di Koulibaly ndr) e voglio che anche mio figlio lo capisca. Spero che un giorno lo capiranno anche quelli che mi fanno ‘buu’. Sì, forse siamo diversi. Ma siamo tutti fratelli“. Anche il presidente della Fifa Gianni Infantino ha redarguito l’Italia definendola arretrata sulla questione.
LEGGI ANCHE – Dalla Spagna sicuri: “Offerta record della Juve per Sancho”
Da un tweet ad un altro, Bernardo Silva è invece finito nell’occhio del ciclone per un cinguettio apparentemente goliardico su di cui in Inghilterra hanno montato un vero e proprio caso. Il calciatore ha taggato Mendy in un’immagine che ritrae la mascotte di un noto snack spagnolo. La mascotte è un bambino di colore e secondo i detrattori rappresenta un grave stereotipo razziale. In realtà Mendy ci ha riso sopra rispondendo “1-0 per te”, ma i perbenisti non l’hanno presa per nulla bene. Bernardo ha rimosso il tweet e ha scritto: “Oggigiorno non si può manco scherzare con un amico… dai ragazzi…“. La federazione inglese sta valutando il da farsi. Il giocatore del Manchester City rischia una squalifica o nel migliore dei casi una multa. Non sarebbe la prima volta che un giocatore viene punito per quanto postato sui social: Lovren docet.
LEGGI ANCHE – La paura di Alexander-Arnold: “Essere ricordato per la Champions”