Non è un buon momento per Granit Xhaka, dopo le deludenti prestazioni di questo inizio stagione, il capitano dell’Arsenal ha scatenato un vero e proprio caso nell’ultima partita pareggiata 2 a 2 contro il Crystal Palace. Al momento della sostituzione, il giocatore ha dapprima lanciato la fascia da capitano per terra, poi ha ripetutamente insultato i suoi tifosi che (giustamente) lo stavano fischiando per quanto appena visto e infine ha lanciato la maglia per terra prima di dirigersi direttamente negli spogliatoi. Un comportamento inaccettabile, che però il club ha difeso per una ragione.
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CAOS XHAKA IN CASA ARSENAL
“Fuck off”, questo l’insulto del calciatore ai Gunners. Ma la cosa che ha dato più fastidio ai tifosi e all’allenatore è stato il gesto di buttare la maglia per terra. Un episodio che 9 anni fa vide protagonista un giovanissimo Mario Balotelli, che reagì allo stesso modo in una serata storica per l’Inter, nella semifinale di Champions League contro il Barcellona. In quel caso fu Materazzi a catechizzare il suo compagno, prendendolo per la gola e facendogli una ramanzina. All’Emirates Stadium non è accaduto nulla di ciò. Emery ha ovviamente biasimato il comportamento del suo capitano: “Siamo qui perché abbiamo i sostenitori. Siamo lavoratori ma giochiamo per loro e dobbiamo rispettarli, sia che ci stiano applaudendo o criticando”.
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Meno diplomatico Lacazette, che su Instagram ha messo like a un tifoso che aveva taggato Xhaka in una sua foto dove mostrava il dito medio. Lo svizzero era stato votato dai suoi compagni come capitano, in una sorta di sondaggio interno. A dimostrazione del fatto che sia benvoluto nello spogliatoio. Per questo motivo la società londinese ha deciso di non multarlo, né di prendere provvedimenti disciplinari nei suoi confronti. Secondo il Sun, Xhaka soffrirebbe di depressione e per questo motivo il club non vuole appesantirgli la situazione. Inoltre, pare che i fischi dei tifosi dei Gunners, abbiano colpito anche altri giocatori. L’ex Sampdoria Torreira è stato visto piangere a dirotto nel tunnel che conduceva agli spogliatoi subito dopo il triplice fischio.
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