Roberto Carlos e il Real Madrid. Un binomio durato ben undici anni tra tanta birra, vino e le notti con Ronaldo. Il difensore racconta qualche dettaglio sulla sua permanenza con i Blancos. E chi meglio di lui può raccontare le dinamiche del club spagnolo, lui che ha indossato la maglia del Real per più di un decennio. Erano i primi anni duemila e il club vantava una rosa da fare invidia a qualsiasi altra società. Un Real Madrid galattico con calciatori fortissimi e costosissimi, da Ronaldo a Figo, da Zidane a Beckham. Il verdeoro era già dei Blancos, dal 1996, e assiste all’arrivo di tutti questi campioni. Ma solo oggi, durante un’intervista alla TV portoghese Canal 1, racconta qualche dettaglio in più degli anni d’oro del Real.
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Carlos e il Real Madrid: “Tanta birra e vino!”
Grande squadra, grandi obiettivi raggiunti ma soprattutto fiumi di birra e vino. Questi non dovevano mai mancare per i giocatori e guai a chi provava a cambiare le loro abitudini. Mettersi contro uno spogliatoio pieno di campioni, abituati a fare quello che volevano, era un vero e proprio suicidio professionale. Stesso discorso valeva anche per gli orari. I Blancos si allenavano a partire dalle 10:30, impensabile anticipare la seduta, pena la breve, anzi brevissima, permanenza in panchina per il tecnico.
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“Era la seconda partita di Liga, con Vanderlei Luxemburgo, noi avevamo l’abitudine di lasciare le borse nelle nostre stanze e prima di cena bere la nostra birra e il nostro vino. Ronaldo e io gli abbiamo detto: ‘Professore, le persone qui hanno le loro abitudini, lo vedrai, ma cerca di non cambiarle perché altrimenti avremo problemi. Che cosa ha fatto? Ha rimosso prima le birre e poi le bottiglie di vino. Durò tre mesi. Il mondo del calcio è piccolo, le notizie arrivano alla dirigenza e ciao. Camacho invece arriva negli spogliatoi, tutto serio e ci dice ‘domattina voglio tutti qui alle 7’. Noi ci allenavamo alle 10:30, quindi abbiamo parlato per cercare di cambiare orario. E anche lui dura solo tre giornate. Del Bosque invece era più un amico che un allenatore, ci capiva perfettamente e non c’era bisogno di regole. Lunedì e martedì ci metteva gli allenamenti alle cinque di pomeriggio, sapeva che la mattina alle undici non si sarebbe presentato nessuno”.
Carlos parla poi anche del rapporto speciale che lo lega al connazionale Ronaldo: “Ho conosciuto Ronaldo nel 1993. Da quell’anno sono sempre stato nella stessa stanza con lui. Ho dormito più volte con Ronaldo che con mia moglie”.
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