Cerci nei guai per una storia su Instagram: il 19 dicembre scorso l’attaccante ha infatti postato il suo referto medico. Comportamento vietato che ha mandato su tutte le furie il duo Lotito Mezzaroma. Il futuro del giocatore è sempre più in bilico.
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CERCI NEI GUAI PER UNA STORIA SU INSTAGRAM
Cresciuto nelle giovanili della Roma, di lui si diceva “tanta tecnica ma poca professionalità”. Per questo motivo nel 2010 i giallorossi l’avevano svenduto per 4 mln alla Fiorentina. L’aria della Toscana fece bene ad Alessio Cerci, le buone prestazioni spinsero due anni dopo il Torino a spendere 8 mln per lui. Sotto l’egida di Gian Piero Ventura l’ala romana esplose segnando 21 reti in due stagioni e trascinando i granata in Europa League dopo 19 anni. Nel 2014 l’Atletico Madrid spese 15 mln per acquistarlo battendo la concorrenza di Juve e Milan. “Andiamo nel calcio che conta” scrisse sui social l’allora compagna (ora moglie) Federica Riccardi. Cerci con Simeone non giocò mai, anche a causa di diversi problemi muscolari. Dopo le fallimentari esperienze al Milan, al Genoa e al Verona, con una parentesi in Tuchia, il buon Alessio l’estate scorsa ha accettato l’offerta della Salernitana in serie B.
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I tifosi campani speravano che si ricreasse l’alchimia magica con Ventura, ma così non è stato e dopo appena 4 presenze il calciatore rischia la rescissione del contratto. Galeotto fu una storia su Instagram, in cui Cerchi pubblicò la foto del referto medico scrivendo: “Dato che non è stata fatta chiarezza, questo è il mio referto della mia risonanza. Lunedì 2 dicembre durante l’allenamento ho subito un colpo molto forte da parte di un compagno. Purtroppo questo colpo ha causato una lesione importante al muscolo. Ecco il perché del mio stop. Sto facendo di tutto e di più per guarire più in fretta possibile. Abbiate pazienza, non ho colpe questa volta. Io sono più carico di Voi nel voler tornare in campo”. Di chiarezza ha fatto chiarezza, ma il club non l’ha presa bene e ha deciso di punirlo decurtandogli il 25% dello stipendio mensile.
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