Mathias Ranégie – Interpretato da Lorenzo Lamas nell’omonima serie tv, il personaggio di Renegade rappresenta (in un certo qual modo) ideali di giustizia e coraggio che ogni buon eroe positivo del piccolo schermo deve possedere. Renegade, però, non è soltanto il protagonista di un programma molto visto quanto anche il soprannome di un calciatore persosi rapidamente nello zapping calcistico: per molti, infatti, Mathias Ranégie doveva diventare il nuovo Ibrahimovic. Per tutti, invece, è diventato “soltanto” (ma in realtà è un onore!) il nuovo protagonista della rubrica “Che fine hanno fatto”.
CHE FINE HANNO FATTO, episodio 21: Mathias Ranégie
Svedese ma di origine guadalupensi, Ranégie può vantare tale soprannome e tale paragone a causa non solo della stazza che lo ha sempre contraddistinto in età adulta (197 cm di altezza non sono pochi) ma anche per la capacità di farsi valere in zona gol nel suo Paese. La carriera di Ranégie, in particolar maniera, sembra decollare definitivamente nel 2009: dopo un’esperienza al Goteborg non troppo positiva (ma, a onor del vero, nemmeno tragica) l’attaccante si trasferisce all’Hacken, iniziando a segnare con regolarità: in due stagioni Ranégie vanta 36 marcature totali in campionato, vincendo anche la classifica marcatori del 2011. Anche dopo il passaggio al Malmoe il ragazzo continua a vedere la porta. Ed è proprio qui che nasce il paragone con Ibrahimovic, peraltro illustre ex della compagine svedese. Il passo fondamentale per confermarlo o smentirlo sembra, inevitabilmente, quello di fare un salto nei campionati europei più importanti o probanti. E Ranégie finisce, come Ibrahimovic, proprio a giocare in Italia: nell’ultimo giorno del calciomercato estivo del 2012, infatti, l’Udinese lo acquista a titolo definitivo, sperando di renderlo uno dei tanti ragazzi pescati quasi a caso dall’Europa delle piccole che potesse diventare grande, in qualche maniera. E bisogna dire che l’inizio è stato abbagliante: Renegade, infatti, segna a settembre un gol vittoria contro il Milan che fa gridare quasi al nuovo campione. Purtroppo per lui, quella contro i rossoneri (scherzo del destino, altra ex squadra di Ibra) resterà l’unica gioia nella Serie A.
Ranégie resta in maglia friulana per 2 stagioni ma la divisa dell’Udinese la indossa veramente poco: nell’arco dei tre anni, infatti, il ragazzo giocherà soltanto 30 partite (per lo più spezzoni) senza riuscire più a siglare un gol. Troppo poco per rimanere in Italia: i Pozzo decidono dunque di mandarlo al Watford, altra squadra di proprietà della famiglia. Nel 2014-2015 però una buona media gol (4 reti in 10 partite) non gli consentirà di guadagnarsi la permanenza. Inizia una lunga serie di prestiti in squadre relativamente improbabili: si passa dall’onesto Millwall ai quasi impronunciabili Dalian Aerbin e Djurgarden (vecchia conoscenza europea anche per le italiane). Tornerà anche brevemente sia al Watford che al’Udinese, senza raccogliere presenze ufficiali. Anche il colpo di teatro del ritorno all’Hacken non sortisce effetti particolarmente felici e attualmente, a 34 anni, Ranégie (che in carriera può vantare anche 5 presenze e un gol con la Nazionale) si ritrova a giocare nella terza serie svedese, più precisamente al Syrianska. Un carriera totalmente in discesa per il presunto erede di un fuoriclasse assoluto. E stavolta Renegade non potrà salvarsi da una cancellazione già annunciata per cattivi ascolti.