Davide Chiumento nei primi anni 2000 era considerato uno dei maggiori talenti del settore giovanile della Juve, tanto da essere accostato a sua maestà Alex Del Piero. Proprio dando la staffetta a Pinturicchio nel febbraio del 2004 Chiumento esordì in serie A contro l’Ancona, per poi debuttare anche in Champions qualche giorno dopo contro il Deportivo. Una carriera che pareva avviata verso un futuro roseo, invece Chiumento si è perso, chiudendo la sua carriera a soli 33 anni in Svizzera. Intervistato da TuttomercatoWeb, l’ex attaccante svizzero ha raccontato di essersene scappato dall’Italia a seguito di alcune dinamiche che non gli piacquero.
Chiumento contro la Juve
“Tecnicamente, palla al piede non mi sentivo inferiore a tanti miei ex compagni – inizia così l’intervista di Chiumento -. E lo dico con tutta l’umiltà del mondo. Mi mancava qualcosa mentalmente e poi devi avere persone vicine che devono volerti bene e una società, un procuratore che abbiano un piano carriera. La carriera non è andata come speravo, mi prendo le mie responsabilità ma non c’entrava l’aspetto tecnico. E poi in Italia siamo anni luce indietro rispetto ad altri paesi, questo è un pensiero mio. Già ai miei tempi a 19 anni fa eri un baby, a 25 un giovane che deve aspettare. C’è una mentalità che non va“.
Poi Chiumento racconta: “Esordisco in Serie A e tre giorni dopo faccio anche il mio debutto in Champions, contro il Deportivo. Qualche ora prima della partita mi volevano rinnovare il contratto, ma a condizioni loro, mettendomi pressione. Per me e mio padre era tutto nuovo, venivamo da un piccolo paese in Svizzera. E la società si è approfittata della nostra ingenuità. I miei compagni della Primavera memori della mia esperienza hanno evitato questi problemi. Ho visto cose scandalose, lo dico con rammarico“. Il racconto entra nello specifico: “Ti portavano a firmare dei contratti, ti mettevano cose dentro o cifre completamente diverse da quelle concordate. E poi un sacco di pressioni del tipo ‘se non firmi non vai da nessuna parte’. Mi sono sentito preso in giro dalle persone che facevano parte della società”.
L’esperienza al Siena e l’addio alla serie A
Chiumento decise di cambiare aria, ma in Toscana, dopo un buon avvio, le cose tornarono come prima: “Fino all’ultimo non sapevo dove sarei andato a giocare: vai qui, vai lì… zero professionalità con i giovani. Se ne fregano. Vado comunque a Siena e con Gigi Simoni giocavo anche con una certa frequenza. Poi è arrivato De Canio che puntava sui suoi giocatori per la salvezza, metteva quelli di esperienza e io non giocavo più. A gennaio mi sono sentito con la Juve ma non mi sembrava ci fosse interesse sulla mia situazione. L’anno dopo mi volevano mandare a Crotone, in B. Mi sono rifiutato e sono andato al Le Mans. Da quel momento le porte si sono chiuse, ho capito che quando non fai quello che ti dicono le porte si chiudono”.
Qualche anno dopo si riaprono le porte della serie A: “Nel 2006, rientrato alla Juve per fine prestito ho fatto il torneo Birra Moretti, ma le porte per me in bianconero erano chiuse. Grazie a Raffaele Palladino entro in contatto con la Reggina, era l’ultimo giorno di mercato. Ci ho riflettuto e ho deciso di scegliere il ritorno in Svizzera, dove mi voleva il Lucerna. Dopo quel che mi era capitato volevo allontanarmi dall’Italia“. A 33 anni ha poi chiuso la carriera nello Zurigo e adesso sogna di allenare in Canada. Chiumento da nuovo Del Piero a meteora del calcio.