Angel Di Maria scrive una lunga lettera dedicata al calcio e decide di condividerla con i suoi tifosi tramite Instagram. L’argentino, classe 1988, era arrivato al Rosario Central all’età di sei anni in cambio di una trentina di palloni. Una vita di sacrifici, di gioie e dolori, una vita inseguendo una sola passione, il calcio. Arrivato in Europa grazie al Benfica nel 2007, ha proseguito poi la sua carriera prima al Real Madrid e poi al Manchester United. Nell’agosto del 2015 il PSG ha pagato il suo cartellino 63 milioni di euro. Ma “Cosa ne sanno loro di quello che il calcio significa per te?”. El fideo ha provato ha spiegarlo in una lunga lettera su Instagram, apprezzata anche da moltissimi suoi colleghi.
Di Maria e la sua lunga lettera dedicata al calcio
“Cosa hai fatto lunedì? Sono andato ad allenarmi. Cosa hai fatto martedì? Sono andato ad allenarmi. Cosa hai fatto mercoledì? Sono andato ad allenarmi. Cosa hai fatto giovedì? Sono andato ad allenarmi. Cosa hai fatto venerdì? Sono andato ad allenarmi. Facciamo qualcosa durante il fine settimana? Non posso, gioco. L’allenamento è terminato, in piedi, con la borsa sotto un braccio, ti fermi per un momento e fissi il campo, la terra, i sassi, il posto in cui giochiamo. Quella terra e quei sassi in cui una volta cadevamo e ci graffiavamo le ginocchia, i fianchi, i gomiti, le mani. Quella terra e quei sassi che ci disturbavano e ci davano fastidio mentre giocavamo. La terra che ci ha fatto sporcare tutta la casa per poi sentir dire dalla mamma: “Togli scarpe e calzini e vai dritto sotto la doccia’” Cosa ci dà la forza ogni anno per iniziare un campionato? “La domenica mi piace dormire” ti dicono tutti. “È meglio il calcio a cinque'”ti dicono i tuoi amici. “Non stiamo mai insieme” ti dice tua ragazza. “Pensa a studiare e lavorare'” ti dicono i tuoi parenti. Tu rifletti e sorridi.
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Cosa ne sanno loro di quello che il calcio significa per te? Cosa ne sanno loro della tensione e del nervosismo che non ti fanno dormire la notte prima della partita? Cosa ne sanno loro delle partite che hai giocato infortunato o malato? Cosa ne sanno loro di quello che provi quando fai gol e i tuoi compagni ti abbracciano? Cosa ne sanno loro delle volte che hai corso per prendere l’autobus o degli ultimi cinque isolati a piedi per non arrivare in ritardo agli all’allenamenti? Cosa ne sanno loro dell’ansia che provi quando l’allenatore dà la formazione? Cosa ne sanno loro di com’è allenarsi durante la pre stagione con il caldo di febbraio, quando i tuoi amici sono in vacanza e si divertono? Cosa ne sanno loro di quel che vuol dire ogni giorno ritrovarsi con le persone che segnano la tua vita, i tuoi amici di risate e di lacrime? Cosa ne sanno loro di tutta la pioggia che hai preso mentre ti allenavi? Terra, sassi, erba, dieci persone con te, undici dall’altra parte, una palla e un fischio. Questa è la nostra vita, ma loro cosa ne sanno?
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Molte persone dicono che il calcio non abbia nulla a che fare con la vita. Non so quanto ne sappiano della vita. Ma di calcio non ne sanno niente!”