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Doping nel calcio, Zeman: “Strano che i calciatori si spaventino solo ora…”. Brambati shock: “Facevo strane flebo, la FIGC mi chiede di tacere”

calcio italiano07/02/2023 • 15:17
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Dopo anni di silenzio ed omertà, si è tornati prepotentemente a parlare di doping nel calcio. Un mostro che fa paura, soprattutto a tanti giocatori del recente passato che più o meno consapevolmente hanno assunto farmaci e sostanze oggi proibite prima di scendere in campo. A tornare sulla questione, dopo recenti interviste di ex calciatori che hanno espresso i loro dubbi su integratori presi a dismisura durante la loro carriera, è stata la trasmissione di Italia 1 Le Iene, che in un servizio in onda stasera ha dato parola tra gli altri a Zdenek Zeman e all’ex calciatore Massimo Brambati.

Zeman e il doping nel calcio

Entrambi hanno usato toni molto forti per parlare di un problema che sembra tuttora presente all’interno del pianeta calcio.

Doping nel calcio, le parole di Zeman

Intervistato sull’argomento a margine della presentazione della sua autobiografia “La bellezza non ha prezzo”, Zeman ha detto la sua senza troppi giri di parole: “È strano che certi calciatori si spaventino ora e non quando prendevano certe sostanze (con chiaro riferimento alle parole di Dino Baggio e Marco Tardelli). Se posso escludere che i giocatori da me allenati abbiano preso farmaci a mia insaputa? Purtroppo no, perché non si riesce a controllare tutto. Però quando parlavo ai medici, io non davo certe indicazioni“.

Il doping nel calcio

Secondo Zeman però non c’è nessun connessione tra il doping e le recenti scomparse di Mihajlovic e Vialli, come qualcuno aveva velatamente insinuato in seguito alla morte dei due ex calciatori: “Le malattie arrivano a tutti“, ha detto in merito il boemo mentre ha confermato quella famosa frase da lui pronunciata qualche anno fa famosa frase pronunciata qualche anno fa “il calcio deve uscire dalle farmacie“. Poi ha concluso: “Secondo me non è cambiato niente, purtroppo. Questi ragazzi che ci pensano ora ci potevano pensare 25 anni fa, chiedendo cosa stessero prendendo e perché. Oggi è tardi“.

Le forti parole di Brambati

Le Iene hanno poi intervistato l’ex calciatore Massimo Brambati, che nelle scorse settimane aveva ammesso di aver fatto uso di sostanze dopanti. “Quando giocavo il Micoren era un farmaco che prendevo praticamente tutte le domeniche, ti aumentava la capacità polmonare“, ha confermato al programma di Italia 1. “Qualche anno dopo è risultato proibitissimo, doping… Era una pillola che ingoiavi mezz’ora prima della partita, nello spogliatoio. Te la dava il dottore e tu sapevi che la tua performance sarebbe migliorata. I miei compagni e io non chiedevamo al dottore cosa ci stesse dando. Avevano 19-20 anni e non facevo neanche troppe domande. C’era differenza tra quando prendevo il Micoren e quando non lo prendevo“, ha affermato con certezza.

Brambati e il doping nel calcio

L’ex tra le altre di Torino e Palermo, ha poi raccontato un episodio: “Ho spaventato mio padre una volta, dopo una partita. Quel giorno marcavo Maradona e dopo il match, quando sono andato a bere una cosa con lui non riuscivo a tenere in mano la tazza perché mi tremava la mano. Avevo anche l’occhio vitreo. Di Micoren ne ho prese tanti e sono molto preoccupato“. Poi ancora: “Con Vialli ho partecipato al Mondiale militare, quando vedi qualcuno con cui hai condiviso qualcosa morire ti vengono in mente queste cose. Mi preoccupano anche tutte le flebo che ho fatto prima delle partite: non so esattamente cosa ci potesse essere, mi dicevano che c’erano degli zuccheri o questa corteccia surrenale, successivamente bandita“.

Queste flebo – continua Brambati – le facevamo la sera prima della partita in albergo, o la mattina stessa della gara. E dato che ne ho fatte parecchie sono molto preoccupato. Queste flebo davano un effetto molto strano: fino alle 5, alle 6 del mattino guardavo il soffitto perché non riuscivo a prendere sonno. La Figc mi ha un po’ consigliato di tacere. Mi mandarono anche una lettera, diffidandomi a parlarne ancora. Ma la pelle è mia e vorrei che qualcuno mi venisse a dire che non c’è nessuna correlazione tra quello che abbiamo preso e alcune malattie che si verificano spesso sui calciatori“.

Giulio Piras

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