Tolleranza zero in tema razzismo in Inghilterra. Un uomo è finito in carcere dopo aver pubblicato un post in cui insultava Rashford, Sancho e Saka dopo la finale di Euro 2020 tra Inghilterra e Italia. Il 52enne aveva pubblicato un video di pochi secondi su Facebook. Nella clip insultava pesantemente i tre giocatori, colpevoli di aver sbagliato i rigori. Il tifoso è stato ora condannato a 10 settimane di carcere dal tribunale di Willesden.
Inghilterra, insulti razzisti sui social dopo finale Euro 2020: tifoso finisce in carcere
Jonathon Best, questo il nome dell’imputato, ha pubblicato un video razzista sui social subito dopo la finale di Euro 2020. Una clip di 18 secondi che è stata segnalata sia a Facebook che alla polizia da un collega e da un suo conoscente, dopo che l’uomo del Kent si è rifiutato di rimuoverla. Facebook ha rimosso la clip tre giorni dopo.
Nelle scorse ore Best è stato condannato definitivamente a 10 settimane di carcere presso il tribunale di Willesden. A spiegare il caso è Elaine Cousins, del Crown Prosecution Service (CPS): “Jonathon Best è andato su Facebook per trasmettere in streaming una raffica di abusi razzisti ai tre giocatori che hanno sbagliato i rigori durante la partita. Ha usato i social media per diffamare pubblicamente questi tre giovani che hanno cercato di segnare per l’Inghilterra. Quando è stato avvicinato da un amico di Facebook che gli ha chiesto di rimuovere il contenuto gravemente offensivo, Best ha risposto ‘È il mio profilo, posso fare quello che voglio’”.
In Inghilterra però, prosegue sempre la Cousins, non c’è spazio per il razzismo: “Non c’è assolutamente spazio nel gioco, né altrove, per il razzismo. Il CPS si impegna a consegnare alla giustizia gli autori di crimini d’odio dove ci sono le prove per farlo. Vorrei ringraziare la persona che ha segnalato questo spaventoso crimine di odio e spero che questo procedimento giudiziario serva in qualche modo a educare e scoraggiare le persone dal pubblicare odio sui social media”.
Il CPS, dopo questo caso, ha fatto sapere anche che sta lavorando con la polizia, i gruppi di giocatori e diverse organizzazioni per spiegare quali prove sono necessarie per autorizzare le accuse nei casi di crimini d’odio.