È stato il grande giorno della presentazione di Rudi Garcia come nuovo allenatore del Napoli. Nella splendida cornice del museo di Capodimonte, il tecnico francese ha parlato per la prima volta nelle vesti di allenatore dei partenopei sostenuto da Aurelio De Laurentiis. E le sue prime parole non sono per nulla banali e si attestano sulla falsariga della famosa frase "Abbiamo rimesso la Chiesa al centro del Villaggio".
La sveglia di Garcia
Rudi Garcia ha voglia di riscattare l'esonero subito in Arabia e di fare meglio rispetto a quanto fatto sulla panchina della Roma. Il francese ha le idee chiare seppur consapevole che l'eredità ricevuta da Luciano Spalletti è motlo pesante: "Metterò la sveglia a tutti, quando hai appena vinto c'è il rischio di addormentarsi. Non ho paura di niente, lo scudetto deve dar tanta fiducia. Nessun giocatore è insostituibile, l'unica cosa che ho chiesto al presidente è stata se aveva ancora voglia di vincere altri trofei. Voglio vincere e speriamo di protare in alto in Europa i colori del Napoli. Slogan? Preferisco i valori: ambizione, umiltà, lavoro e sudore. Il club ha messo l'asticella alta, io sono qui per vincere trofei".
I nuovi Gervinho e il 4-3-3
Quando era alla guida della Roma aveva fortemente voluto Gervinho con sè: "Al Napoli ho tanti Gervinho in rosa, ma voglio prima scoprire l'uomo dietro al calciatore. Modulo? Metterò il mio tocco nel 4-3-3, ma ho anche utilizzato altri moduli in passato. Anguissa lo conosco molto bene, l'ho fatto esordire io e lo chiamo il 'mio piccolo'. I giocatori devono dare sempre di più, non voglio rivoluzionare ma vediamo se la squadra se somiglia a quella dell'anno scorso". In conferenza stampa Aurelio De Laurentiis ha confermato la volontà di trattenere Osimhen a meno che non arrivi un'offerta irrinunciabile che accontenti tutti.