Tre vittorie consecutive e quarto posto in campionato a sole tre lunghezze dalle capoliste Napoli e Atalanta. Nonostante il cammino singhiozzante in Europa League (una vittoria, un pareggio e una sconfitta finora), il presidente Claudio Lotito può ritenersi alquanto soddisfatto dell’inizio di stagione della sua Lazio. E a margine della commemorazione in Campidoglio del centenario dalla nascita del tecnico artefice dello scudetto del ’74, Tommaso Maestrelli, il patron biancoceleste ha lasciato alcune interessanti dichiarazioni.
Sarri e Maestrelli
Lotito è partito mettendo a confronto Sarri e l’indimenticato Maestrelli: “Entrambi hanno una propria filosofia di calcio, ci mettono la stessa dedizione, lo stesso impegno. Sarri ha detto che sedere sulla stessa panchina del Maestro è un onore. I tempi sono cambiati, una volta c’era un calcio più romantico, più basato sull’aspetto valoriale“, ha proseguito il patron biancoceleste. Il quale ha poi commentato l’inizio di stagione della squadra, reduce dallo 0-0 di giovedì con lo Sturm Graz: “I risultati non sono solo frutto di investimenti economici o matematici, ma anche il frutto di un’alchimia che si crea nello spogliatoio, attraverso un motto: tutti per uno, uno per tutti. La società ha allestito una squadra competitiva, ora sta ai giocatori portare i risultati“.
Per lo Scudetto serve un tocco…divino
Il neo eletto senatore ha poi sottolineato i successi ottenuti dal club: “Dopo la Juve, la Lazio è la squadra che, sotto la mia gestione, ha vinto più di tutte. Manca la cosa più importante. Non ne parliamo, ci lavoriamo”. La cosa più importante, ovviamente, è lo Scudetto, per ottenere il quale però servirebbe un aiuto dall’alto: “Ci stiamo impegnando per raggiungere tutti gli obiettivi. Non sempre fare una buona programmazione porta necessariamente a un risultato. Ci vuole un po’ di fato, il tocco della Divina Provvidenza…“.
La questione stadio
Nelle scorse settimane si è molto parlato di un concreto interesse della Lazio per lo Stadio Flaminio. Interesse confermato da Lotito: “Sono stato io a lanciare l’idea. Posso anche sembrare una persona poco romantica, ma io ci tengo tanto che la Lazio giochi al Flaminio. Averlo come nostra casa è una cosa che rievoca la nostra storia e le nostre radici, solo che le condizioni sono complicate e io sto lavorando per vedere cosa posso fare realmente. Serve la giusta soluzione dal punto di vista sì romantico, ma anche strutturale. Ci sono dei problemi da risolvere come la copertura o il parcheggio. Vogliamo una struttura che sia il fiore all’occhiello per il nostro popolo“.
Forse anche per la questione stadio servirebbe il tocco della Divina Provvidenza…