Con la sconfitta interna rimediata per mano della Spal, il Benevento oramai ha pochissime speranze di salvarsi. Per carità, il Crotone ci ha insegnato che nulla è impossibile, ma la disorganizzazione dei sanniti lascia presagire una stagione destinata a concludersi come è iniziata. Il rischio concreto è di vivere una delle retrocessioni più umilianti della storia del nostro campionato e noi siamo andati a ripescarci quelle più clamorose degli ultimi anni.
IL BARI DI PROTTI – Si può retrocedere con il capocannoniere del campionato in squadra? Tendenzialmente no, ma il Bari ce l’ha fatta. Stagione 1995-96, un vero disastro: allora le retrocessioni erano quattro e la squadra pugliese è stata la squadra che fino alla fine ci ha potuto sperare, ma senza raggiungere il Piacenza distante cinque punti. Tutto questo nonostante la presenza in squadra dello Zar Igor Protti che con 24 gol ha comandato la classifica cannonieri senza però impedire al Bari una dolorosissima retrocessione.
ANCONA VS BENEVENTO –Il 2003 è l’anno dell’incubo per l’Ancona, reduce da una fantastica promozione: in squadra gente del calibro di Ganz, Pasquale Luiso, Dario Hubner, Paolo Poggi, Eusebio Di Francesco e qualche giovane molto interessante come Pandev. Il fatto è che tutti questi giocatori dalla gloriosa carriera erano alla fine del loro percorso ed era impensabile che che si salvassero senza un’ossatura più decisi. E infatti i numeri sono stati impietosi. A gennaio il presidente le ha provate tutte, portandosi a casa Dino Baggio e l’intramontabile mito Jardel, 163 gol in 169 in Portogallo, e oggetto misteriosissimo in Italia. Non ha giocato neanche cinque partite (era in condizioni pietose) e quando lo ha visto non ha visto la palla neanche col binocolo. In stagione solo due vittorie: forse la squadra più scarsa di sempre in A? Aspettiamo il Benevento.
IL PESCARA POST-ZEMAN/INSIGNE/IMMOBILE/VERRATTI – Il Pescara 2012-13 ha rifilato un pugno nello stomaco dietro un altro al suo pubblico. L’antefatto è una promozione da stropicciarsi gli occhi con un Zeman in formissima in panchina e in campo Verratti, Insigne e Immobile. Forse si sarebbero divertiti anche in Serie A. E invece alla ripresa nessuno dei quattro era in Abruzzo e sono spuntati stranieri sconosciuti come Celik, Vukusic, Weiss (il migliore tra gli acquisti), Quintero e Bjarnason. Alla fine dei giochi saranno anche i migliori di una squadra priva di ossatura e che nonostante i quattro cambi in panchina non è riuscita ad evitare un ultimo posto grottesco e mai in discussione dalla prima giornata.
IL CESENA DELLE PROMESSE – Nel 2011-12 il Cesena è retrocesso con una squadra che a guardarla oggi ti chiederesti come sia stato possibile: Antonio Candreva, Marco Parolo, Eder, Adrian Mutu e Vincenzo Iaquinta sono solo alcuni dei nomi che non hanno impedito ai romagnoli di occupare l’ultima posizione in classifica un anno dopo la stagione delle meraviglie che aveva portato il Milan ad essere vittima illustre del Manuzzi.
IL TREVISO NOSTALGICO – Il Treviso del 2005-06 era una squadra molto molto simpatica: aldilà dei giovani Handanovic, Maggio e Borriello, c’erano delle figure indimenticabili come quelle di Dino Fava Passaro, di Reginaldo, di Pinga. Ma la simpatia non è bastata: tre sole vittorie (di cui l’ultima a campionato finito dopo un digiuno durato per tutto il girone di ritorno) e una scomparsa immediata dal calcio che conta. Ma noi quella squadra non ce la dimenticheremo mai.
IL PARMA DI GHIRARDI – La retrocessione del Parma nel 2014-15 è una storia invece meno divertente: i ducali venivano dall’anno dell’Europa mancata per colpa di Ghirardi e quell’esclusione è stata l’inizio della fine. Vittima di investimenti minori e stipendi non pagati, hanno arrancato per tutto il campionato e a gennaio Cassano ha dato il là al caos per le retribuzioni non arrivate, mettendo in mora la società assieme a Francesco Lodi. Gli arrivi dall’estero di gennaio non hanno invertito una rotta negativissima (all’andata sei sconfitte consecutive, tra cui un 7-0 allo Juventus Stadium) e una squadra sempre più sfiduciata per dei cambi di proprietà allucinanti e pagamenti non arrivati è retrocessa malamente, nonostante qualche buon risultato isolato (vedi il 2-0 all’Inter al Tardini).
BARI CALCIOSCOMMESSE – Il Bari è caratterizzato da un’altra dolorosa stagione, la peggiore per qualunque amante del calcio: nel 2010-11, infatti, i biancorossi – dopo un’annata fatta di calcio spettacolo – sono retrocessi nell’incredulità dopo aver fermato Juventus e Napoli alle prime due. È successo che – uno dopo l’altro – tutti i giocatori più importanti si sono tirati fuori dalla contesa per infortunio (Barreto e Almiron su tutti) e che Ventura è stato costretto più e più volte a ricorrere alla primavera per presentare una squadra in campo. Un’altra realtà dei fatti è venuta fuori l’estate successiva con lo scandalo calcio scommesse con un protagonista su tutti (Andrea Masiello, nella foto di Giuseppe Bellini) che ha sporcato la storia del club pugliese con una retrocessione indegna e ottenuta più fuori dal campo che dentro.
LA JUVE A CALCIOPOLI – E a proposito di cose fuori dallo sport, non è stato uno scherzo neanche la retrocessione della Juventus per via di Calciopoli. Quella squadra aveva stra-vinto in Italia con un organico da paura: era legale avere un attacco con Del Piero, Ibrahimovic, Trezeguet e Zalayeta? Forse no. Ma nonostante questo uno scandalo dalle proporzioni inaudite ha condannato maggiormente la Juventus a retrocedere dopo promesse di dominio, solo rinviate a qualche anno dopo.
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