Robert Lewandowski chiude un 2020 straordinario. Il polacco, con la maglia del Bayern Monaco, mette in bacheca 5 trofei (il campionato tedesco, la Coppa di Germania, la Supercoppa di Germania, la Champions League e la Supercoppa UEFA), ma a titolo individuale conquista anche l’UEFA Men’s Player of the Year Award e il titolo come miglior attaccante della Champions League. Il 2020 per il 32enne è stato quindi un anno perfetto, o quasi. Dopo una stagione così prolifica avrebbe infatti vinto, quasi sicuramente, anche il Pallone d’oro, se solo non avessero scelto di non assegnarlo. Ma probabilmente, come dichiarato dal giocatore stesso in una recente intervista al Daily Mail, c’è stata un po’ troppa fretta: “Forse lo hanno deciso un po’ troppo presto, perché alla fine i trofei sono stati assegnati. Quindi i calciatori, gli allenatori e i giornalisti sanno benissimo che per me è stata la migliore stagione della carriera”.
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Lewandowski incontentabile:“Champions? Una non basta” E sul Pallone d’oro..
Robert comunque non si arrende. Il polacco è incontentabile e non ha intenzione di fermarsi qui. Una Champions League sicuramente non basta, ma vuole conquistare anche altri traguardi: “Metterci le mani sopra è stato qualcosa di straordinario. Quella è stata la notte in cui ho capito di avere ottenuto la cosa che avevo sognato per tutta la vita. Non importa quante volte non sei riuscito a vincerla, l’unica cosa che conta è vincerla. È chiaro che una volta non è abbastanza. Abbiamo ancora fame”. Il 2020, però, non si è distinto solo per i trofei e i traguardi conquistati. I calciatori infatti non sono stati immuni alle preoccupazioni della pandemia e Lewandowski ne sa qualcosa. L’attaccante, a maggio, è diventato papà per la seconda volta e non ha potuto condividere la gioia con famiglia e amici, ma non solo.
Lavorare, in una situazione così difficile per tutta l’Europa, non è stato semplice: “È stata una grande sfida lavorare perfettamente in questa situazione. È importante incontrare gli amici, la famiglia ma non puoi ed è una sfida per la nostra mente. Era una situazione difficile, giocare senza tifosi, senza atmosfera allo stadio”. Il polacco non nasconde inoltre le preoccupazioni per la stagione 2020-21 e per la complessità del calendario: “Quando abbiamo chiuso in Portogallo e aperto la nuova, con così poco tempo per prepararci, è stato molto difficile per il corpo. Sarà impossibile confrontare questa stagione con l’anno scorso o il prossimo anno. È così difficile. Tante partite e poi subito l’Europeo. Saremo pronti quando arriveranno le partite più importanti? Sei un calciatore professionista e devi adattarti. Da una parte, devi essere pronto al 100%. Ma siamo anche umani, abbiamo sentimenti. C’è un secondo aspetto in tutto”.