È uno dei tecnici più stimati e preparati in Europa, ha solamente 33 anni e la scorsa stagione ha battuto ben due record: per la prima volta il suo RB Lipsia è arrivato in semifinale di Champions League, e mai un tecnico così giovane era arrivato così lontano. Sì, parliamo di Julian Nagelsmann, l’allenatore che insieme all’ex Head of sport and Development Soccer della Red Bull, Ralf Rangnick, ha rivoluzionato il club tedesco. Tante le novità apportate da Nagelsmann e tra queste anche lo stop alle multe per i giocatori che sgarrano. Il 33enne, che in un’intervista alla rivista XING, si definisce un tecnico severo ma anche amico dei suoi ragazzi, ha ideato un metodo del tutto innovativo per punire i giocatori. Chi commette uno sbaglio, compra un regalo a un dipendente qualsiasi del club.
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Lipsia, stop alle multe: chi sbaglia, compra regali ai dipendenti del club
Abbandonata dunque la cosiddetta ruota ‘Ruota della sfortuna’ utilizzata da Ralf Rangnick per punire i giocatori. Ora, come spiega il tecnico sempre a XING, le violazioni sono sanzionate in base a un sistema di regali: “La ruota non c’è più. Abbiamo ideato un sistema di regali che funziona come segue: se uno dei giocatori viola le regole ed è in ritardo per una riunione, ad esempio, deve fare riferimento alla lista dei desideri. I dipendenti del club, in questa lista dei desideri, hanno annotato delle richieste fino a un certo importo. Il giocatore deve quindi soddisfare il desiderio estratto. In questo modo rafforziamo il sentimento interiore di unione nel club. Di recente un dipendente della nostra impresa di pulizie ha vinto un buono per la trasferta della squadra ed era emozionato. Questo è bello”.
Un’idea originale che rende felici tutti, anche in questo momento di crisi globale. I giocatori così come gli allenatori dei grandi club in fondo, come spiega Nagelsmann, vivono su un’isola di beatitudine. È giusto quindi aiutare come si può, anche ad esempio rinunciando a parte dello stipendio: “A mio parere, la rinuncia agli stipendi nel calcio era essenziale. Ho molti amici che lavorano nel settore della ristorazione o degli eventi e attualmente sono preoccupati per il loro sostentamento. Al contrario, noi allenatori e giocatori viviamo su un’isola di beatitudine. Per mantenere i club, che sono anche società, attivi e funzionanti a lungo termine, noi ad alto reddito dobbiamo dare il nostro contributo. Ci sono giocatori che possono capirlo immediatamente. Altri invece vivono in una bolla di prosperità”.