Blaise Matuidi, nel 2017 quando era giocatore del Psg, voleva smettere di giocare a calcio. Troppa la vergogna dopo il 6-1 rimediato contro il Barcellona in Champions League. L’8 marzo 2017, al Camp Nou, è andata in scena una delle rimonte più incredibili degli ultimi anni. Ottavi di finale di Champions League, i blaugrana arrivano da una pesante sconfitta, al Parco dei Principi, contro il Psg. La formazione allora allenata da Unai Emery vince 4-0 in casa e arriva a Barcellona con la qualificazione quasi in tasca. Ma si sa, una gara al Camp Nou non è mai così semplice, e infatti i francesi ne escono sconfitti. Gli uomini di Luis Enrique vincono per 6-1 e staccano il pass per i quarti di finale.
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Blaise Matuidi: “Volevo smettere per la vergogna”
I blaugrana sono già in vantaggio dopo soli tre minuti di gioco, con Luis Suarez. Andranno a segno poi Layvin Kurzawa, in autogol, e nel secondo tempo Lionel Messi, due volte Neymar fino alla rete finale di Sergi Roberto. A nulla servirà la rete di Edison Cavani, che inizialmente sembrava aver salvato il Psg. Una delle rimonte più incredibili della storia del calcio, ma anche una delle sconfitte più pesanti per il Paris Saint-Germain. Un risultato che ha inevitabilmente scoraggiato i giocatori. A parlare di quella serata, a distanza di più di due anni, è Blaise Matuidi. Il francese, oggi alla Juventus, militava all’epoca nel club parigino e, a RMC, racconta come sia stato difficile superare quel momento. Il trentaduenne, per la vergogna, aveva anche pensato di smettere e concludere la sua carriera in quel momento.
“È stata dura, in quel momento è stata molto dura perché mi dicevo che non era possibile e che non volevo più giocare a calcio. Volevo smettere, è quello che ho pensato nello spogliatoio. Mi vergognavo, mi vergognavo di me stesso. Ma è così, questo è il calcio. Ora cerco di ricordare solo i momenti belli e ce ne sono stati tanti a Parigi”.
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