Ai Kesen, Luo Guofu, Lan, Fei Nanduo, Gao Late, Li Ke e Jiang Guangtai: sono le sette speranze della Cina per riuscire ad acciuffare un posto per i Mondiali in Qatar del 2022. Peccato però che questi giocatori (tranne uno) di cinese abbiano solo il nome...
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Secondo posto a ben otto lunghezze dalla Siria capolista nel girone eliminatorio, e la paura di non riuscire a staccare il pass per i Mondiali in programma in Qatar nel 2022. Se le qualificazioni finissero oggi la Cina sarebbe fuori, non rientrando nemmeno nel novero delle migliori seconde dei gironi. Una qualificazione ai Mondiali che manca dal 2002, quando la Repubblica Popolare Cinese guidata dal giramondo Bora Milutinovic riuscì a volare in Corea e Giappone. Adesso sulla panchina cinese siede Li Tie, subentrato al dimissionario Marcello Lippi. L’ex Everton e Sheffield United in quel 2002 era il perno del centrocampo degli asiatici. La Federcalcio cinese, supportata dal Governo, è pronta a tutto pur di rendere la squadra più competitiva e centrare il difficile obiettivo. Via dunque alla “naturalizzazione” selvaggia.
La Brasil-Anglo-Cina verso Qatar 2022
Sono già due i brasiliani naturalizzati cinesi nella rosa della Nazionale: Ai Kesen e Luo Guofu, al secolo Elkeson e Aloísio Gonçalves. A loro si agginge Li Ke, vero nome Nico Yennaris, 27enne inglese (ma di mamma cinese). Ma non finisce qui. Già perchè la Federcalcio cinese aspetta solo l’ok della Fifa per poter schierare altri tre brasiliani: Ricardo Goulart, Alan Carvalho e Fernandinho, già noti in Cina come Gao Late, Lan e Fei Nanduo. Ci sarebbe poi Tiyas Browning, difensore inglese 25enne, conosciuto in Cina come Jiang Guangtai, anche lui in attesa del nulla osta per poter esordire con la maglia della nuova Nazionale. Il requisito principale per ottenere la cittadinanza, se non si hanno origini cinesi, è che il giocatore da naturalizzare, dopo esser diventato maggiorenne, abbia raggiunto almeno cinque anni di residenza nel paese. Ovviamente tutto l’iter burocratico ha anche un costo abbastanza elevato, ma di questo la Federazione si preoccupa poco. L’unica preoccupazione è arrivare a Qatar 2022, in ogni modo e ad ogni costo. Riuscirà la Brasil-Anglo-Cina nell’ardua impresa?