Angelo Pagotto è stato considerato da più parti uno dei migliori talenti mai emersi a causa di errori e sfortuna. Una carriera che poteva essere di altissimo livello e che invece prese una sterzata in direzione dell’abisso a causa della squalifica per cocaina.
Più forte di Buffon
Una carriera iniziata con tanti successi sia a livello giovanile che nel calcio professionistico. Titoli vinti con gli allievi del Napoli, poi il salto in Serie C dove conquista due promozioni da protagonista con Pistoiese e Triestina. Poi ancora un’altra promozione, questa volta più importante, con il Perugia dove sale dalla B alla Serie A. Viene considerato uno dei migliori portieri in circolazione e la gratifica e la meritocrazia li ha con l’Italia Under 21. In quella Nazionale era lui il titolare mettendosi alle spalle un certo Buffon, che gli faceva da riserva. In quella Nazionale ha giocato con Nesta e Totti e conquistato il titolo di Campione d’Europa. È lui il protagonista di quel trofeo con due rigori parati a Raul e a De la Pena. Sembra tutta in discesa e piena di successi la sua carriera, ma dopo accade di tutto.
Gli errori al Milan
Dopo una bella stagione alla Sampdoria e dopo aver rifiutato la Juventus e l’offerta di Moggi perché non si sentiva ancora pronto per un palcoscenico del genere, ecco la chiamata del Milan. Un’occasione importante che questa volta non declinò. Un inizio in panchina alle spalle di un mostro sacro come Sebastiano Rossi. Ma non è la migliore stagione per i rossoneri con Sacchi che subentra a Tabarez, ma proprio il maestro gli offre una possibilità: Pagotto è titolare, è l’occasione della vita. Vanno bene le prime partite, poi contro la Sampdoria un errore imperdonabile: stop errato e palla regalata all’avversario che segna, i tifosi lo fischiano e finisce in panchina.
Gaucci lo accusa di essersi venduto una partita
Stagione successiva inizia a Empoli ma poi va al Perugia e riprende ad essere un portiere affidabile. Di nuovo in Serie A e la maledetta Perugia Juventus 3-4. Una partita condizionata dalla pioggia che mise in difficoltà sia Pagotto che Peruzzi, autori di errori. Ma Gaucci non la prende bene e lo mette fuori rosa accusandolo di essersi venduto la partita perché aveva come procuratore il figlio di Moggi. Poi la prima squalifica per nandrolone (2 anni) nel 1999 e qui inizia il lungo percorso che lo porta nell’abisso.
La squalifica per cocaina e i lavori come operaio e pizzaiolo
Anno 2007, Crotone. Pagotto non è titolare e la carriera non sta andando come voleva e ciò lo conduce all’errore che mette fine a tutto. Lo sliding doors che influenzerà il suo percorso di vita: assunzione di cocaina e squalifica per 8 anni. Con il calcio non c’entra più nulla, i soldi non bastano ed è costretto ad una vita normale: operaio, pizzaiolo, cuoco, lavapiatti. Tutto questo per 8 anni fino a quando nel 2015 finisce di scontare la squalifica.
Pagotto oggi
Ha avuto l’opportunità di tornare nel calcio prima grazie alla Lucchese e ora con l’Avellino. E si perché adesso è il preparatore dei portieri dei biancoverdi facendo parte in maniera stabile dello staff dell’Avellino. Una carriera iniziata bene con tante speranze nel cassetto ma che poi ha preso una sterzata errata. Si è aperta la porta sbagliata per Pagotto che lo ha condotto nell’inferno degli errori ma per fortuna il portiere considerato più forte di Buffon è stato in grado di riprendere in mano la sua vita nel mondo che più gli appartiene: quello del calcio.