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Agente Pallavicino: “Marchisio il peggiore”. Poi svela aneddoti su Lotito, Seedorf, Batistuta etc

calcio20/04/2020 • 12:52
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Carlo Pallavicino è uno degli agenti più importanti del nostro calcio. In una lunga intervista a calciomercato.com ha parlato senza peli sulla lingua di tutti i calciatori che ha assistito negli anni, rivelando curiosità e aneddoti sui personaggi più emblematici del campionato di serie A. Da Marchisio a Seedorf, passando per Lotito, Corini e Batistuta. Pallavicino ha avuto una parola per tutti.

Pallavicino e il tradimento di Marchisio e Carbone

Di storie Pallavicino ne ha vissute tante, ma una di quelle che brucia ancora riguarda l’ex centrocampista della Juventus: “Spiace dirlo, ma Claudio Marchisio con me si è comportato malissimo. L’ho preso quando era nelle giovanili della Juventus e l’ho accompagnato durante l’intero percorso di crescita, fino a fargli firmare due rinnovi milionari. Giunti al terzo, col contratto praticamente pronto e dopo aver litigato a più riprese con Marotta per garantirgli l’ingaggio migliore possibile, mi chiama e mi liquida con una telefonata. Senza alcun motivo. Si limitò a dirmi che da quel momento in avanti lo avrebbe seguito suo padre”.

Non solo Marchisio, anche con Benny Carbone ci sono state delle divergenze: “Adesso che sono passati 25 anni mi fa anche una certa tenerezza ricordare la sofferenza che provai quando Benito Carbone mi lasciò. Lo presi nelle giovanili del Torino, un piccolo fuoriclasse. Stavamo costruendo insieme un bel percorso ma a Napoli accadde una cosa clamorosa: comprò una macchina e prima ancora di fare l’assicurazione gliela rubarono. Arrivò negli spogliatoi a Soccavo disperato e lì trovò Cannavaro e Taglialatela che gli dissero di calmarsi e che avrebbero provato a sentire il loro procuratore, napoletano, che avrebbe provato a dargli una mano. In effetti l’auto fu ritrovata ma il pegno fu che dovette cambiare agente. Praticamente mi svendette per una macchina“.

Seedorf il presuntuoso, Batistuta il tirchio…

Pallavicini ha anche rivelato curiosità su alcuni calciatori: “Una presunzione sana l’ha sempre avuta Paulo Sousa, ma il più presuntuoso in assoluto è Seedorf”. Nonostante i tanti milioni alcuni giocatori restano tirchi: “Ci sarebbe da scrivere un libro. Sono tutti tirchi e vanno capiti perché spesso vengono da un’infanzia sofferta. Magari sputtanano i soldi in investimenti assurdi. Poi però se c’è da andare al ristorante, Dio ci liberi. Ecco, un calciatore che non è stato mio ma che faceva storicamente un po’ fatica a pagare poteva essere Batistuta“. Il più permaloso invece è Corini: “Un carattere speciale, sensibilissimo. Però era un po’ permaloso, nel senso che si offendeva facilmente. Con noi ce l’aveva un po’ perché avevamo la procura anche di Albertini. Lui sosteneva non si potessero avere due calciatori nello stesso ruolo”.

Il litigio con Lotito

Infine un aneddoto riguardante il presidente della Lazio: “Anche qui è trascorso del tempo e si può raccontare. Mazzarri voleva lasciare la Samp e gli piaceva da pazzi l’idea di allenare la Lazio. Organizzai un incontro a Roma nella casa di un dirigente della Lazio, amico di Lotito. Doveva essere segretissimo. Già l’idea di trovarci a Roma preoccupava Mazzarri. Il problema fu poi che il tutto avvenne in una zona centralissima, vicino a Piazza Mazzini, dove una volta c’era la Rai. La cosa clamorosa fu che l’autista di Lotito ci lasciò a 1 km da questa casa che dovemmo raggiungere a piedi in mezzo alla gente che lo riconosceva e lo salutava. A Mazzarri si gonfiò il collo dalla tensione”.

La situazione degenerò ulteriormente: “Arrivati, aspettammo veramente tre ore Lotito. La situazione era diventata esplosiva, Mazzarri iniziò ad agitarsi, temeva non arrivasse e un po’ caricava di tensione anche me. Così quando arrivò Lotito io mi scagliai contro di lui e gliene dissi di tutti i colori. Lui senza fare una piega si rigirò allibito iniziando a urlarmi di tutto. Mazzarri a quel punto non sapendo che fare si rinchiuse in un minuscolo terrazzino, imbarazzatissimo anche lui. Non aveva ancora neanche stretto la mano a Lotito che già era scoppiato il finimondo. Poi ci mettemmo a tavolino e parlammo due ore. Mazzarri provò a convincere Lotito a prenderlo: vinciamo lo scudetto, mi creda. Ma quando le cose iniziano male difficilmente vanno in porto. E così fu“.

Fabrizio Piepoli

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