Maurizio Sarri è stato premiato al Gran Galà del Calcio a Castiglion Fiorentino e, tra le altre cose, ha risposto alle provocazioni dei giorni scorsi di Mourinho. Il tecnico biancoceleste si è soffermato anche sulla mancanza di talenti in Italia e sulle non convocazioni di Casale e Mancini in Nazionale.
Sarri promuove una Lazio made in Italy
Dopo aver ricevuto il premio, il tecnico biancoceleste si è soffermato a parlare coi cronisti presenti in mixed zone, analizzando la crisi del calcio italiano: “Noi facevamo cinque ore per strada, tre all’oratorio e due di scuola calcio. Oggi fanno tre ore a settimana di scuola calcio e manca tutto il resto. È molto più difficile tirare su dei ragazzi nostri che siano di alto livello, manca la scuola primaria che è la strada. Ha ragione Mancini quando parla di questo. Poi ci sono le scelte societarie in cui tante società vanno alla ricerca dell’affare, il giocatore straniero che costa meno. Se ti esplode in mano hai una plusvalenza sicura. I nostri ragazzi, se iniziano a dare dei segnali, sono giocatori che costano un po’ di più”.
Sarri promuove il made in Italy: “Penso che all’interno di una squadra, avere un’ossatura di italiani ti dia un’identità che 20 stranieri non ti possono dare. Noi alla Lazio ci stiamo provando, non so se ci riusciremo. Lo sforzo per avere uno zoccolo duro di italiani in squadra lo stiamo facendo. Se vedi le squadre che sono in vetta, che giocano la Champions, italiani in campo ne vedi 5 o 6. Alla Lazio, ogni volta che si compra un giocatore, io lo voglio italiano!”.
Sulla mancata convocazione di Casale e Zaccagni in Nazionale, il tecnico ci ha scherzato su: “Evidentemente a Maninci non servono, meglio perché servono a me”.
Le risposte alle provocazioni di Mourinho
Prima del derby, Mourinho aveva infuocato l’ambiente sfottendo la Lazio eliminata dalla Conference Leagie, Sarri ha risposto punzecchiando il portoghese: “Lascialo fare a Mourinho, è un animale da spettacolo! Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, è una persona con una simpatia straordinaria. Lui poi fa bene il suo lavoro, a tirarti dentro in certe storie è il numero uno, ma io non voglio entrarci”.
Infine ha chiosato: “Ci dispiace essere fuori dall’Europa ovviamente ma credo che per il nostro popolo sia più gratificante vincere un derby. Per l’allenatore significa tre punti, non di più. Poi c’è la gratificazione di aver fatto contenta la nostra gente e questo spero che questo ci dia benzina“.