I Mondiali si avvicinano e Gareth Southgate non nasconde la sua preoccupazione. Non per le gare da affrontare, ma per i suoi tifosi. Il CT dell’Inghilterra pensa in particolare alle donne e agli omosessuali, che preferiscono rinunciare a seguire la squadra in Qatar perché si sentono minacciati. Una situazione orribile per l’allenatore dei Tre Leoni, che ha promesso che lui e la sua squadra cercheranno di fare pressione sulle autorità del Paese del Medio Oriente per rendere il Qatar più accogliente.
Mondiali, Southgate: “Orribile pensare che alcuni tifosi non verranno perché si sentono minacciati”
Il CT, in vista della competizione, ha affermato che gli inglesi affronteranno anche le preoccupazioni sui diritti dei lavoratori e sui diritti umani: “Ci sono problemi che potenzialmente minacciano i nostri fan quando viaggiano: i diritti delle donne e i diritti della comunità LGBTQ+ in particolare. Purtroppo, attraverso le discussioni che ho avuto, non credo che alcune di quelle comunità ci seguiranno ed è un grande peccato. E sarebbe orribile pensare che alcuni dei nostri fan non possano seguirci perché si sentono minacciati o sono preoccupati per la loro sicurezza”.
Southgate e la nazionale inglese, come riporta il Sun, vogliono chiarezza: “Ci deve essere un po’ di chiarezza e una migliore comunicazione sul fatto che saranno al sicuro, perché al momento non si sentono sicuri. Abbiamo un gruppo di giocatori che riconoscono l’influenza che hanno e vogliono fare la differenza dove possono. Ovviamente è diverso farlo in un altro Paese, ma faremo il possibile quando lo riterremo appropriato e al meglio delle nostre capacità”.
L’amministratore delegato della Federcalcio inglese Mark Bullingham, la scorsa settimana, è stato criticato per aver affermato che i lavoratori immigrati hanno sostenuto la Coppa del Mondo. Una critica che nasce a causa delle notizie che arrivano dal Qatar. Si parla infatti di 6.500 operai morti e condizioni di vita e di lavoro precarie.
Southgate, però, respinge le accuse di Amnesty International secondo cui la Federcalcio inglese è “compiacente” riguardo a queste questioni: “Sono a conoscenza di quelle questioni riguardanti i risarcimenti per le famiglie dei lavoratori morti. Non sono sicuro che indossare una maglietta faccia la differenza. Non so del tutto cosa possiamo fare”. L’Inghilterra, però, come promesso dal CT cercherà di fare qualcosa per far sì che i diritti di tutti vengano rispettati.